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MAGNOLIA: Ta Tjuren Vid Hornen

data

17/09/2019
65


Genere: 70's Hard Rock
Etichetta: Transubstans Records
Distro:
Anno: 2019

Ci eravamo già in passato occupati di questa band proveniente dalla Svezia e facente parte del filone "Hårdrock" svedese che sta vivendo un momento alquanto florido, segno che il vintage non passa mai di moda, come abbiamo avuto modo di constatare proprio su queste pagine a proposito dell'ultima superba uscita discografica dei conterranei Horisont. Il terzetto svedese ci aveva lasciato qualche anno fa sulle note sfumate di 'På Djupt Vatten' e ad oggi ritorna con questo 'Ta Tjuren Vid Hornen' che ripercorre le sonorità proprie del rock anni settanta interpretate in chiave svedese, anche mediante l'utilizzo dei testi cantati in lingua natia. Ciò che salta all'orecchio fin da subito è una produzione molto retrò che ci trasporta in pieno nell'atmosfera dei primi anni settanta, anche se la voce alle volte pare uscire un po' troppo fuori dal contesto strumentale risultando non pienamente amalgamata al resto. Nelle trame di questo ultimo LP si possono percepire tutte quelle sfumature sonore delle grandi band del panorama hard rock mondiale; "Stenstod" ha un sapore doom con il suo riff più oscuro di matrice sabbathiana che rimanda al filone occulto del rock che ha visto il suo fiorire tra la fine degli anni sessanta e l'inizio dei settanta. Di tutt'altro piglio "Morgon", che risulta più "progressive" e si distingue per dei sognanti intermezzi melodici scanditi da una ricercata e carezzevole linea di basso. Punto di forza del terzetto sono soprattutto i frangenti più melodici del disco nei quali i nostri dimostrano di saper creare interessanti e fascinose atmosfere; ne è una ulteriore prova anche "Sandslott" che si muove su un etereo arpeggio molto delicato, condito da un assolo pregevole che riporta alla mente melodie dal sapore zeppeliniano. La potenza del rock più robusto però è pur sempre il fil rouge del disco e non mancano brani dove questo appare ancora più evidente, come nella title track o in "En Plats", brano di stampo hard-blues. Da notare che all'interno di questo LP troviamo anche una interessante traccia strumentale che si colloca quasi a metà del disco, in posizione strategica per ridestare l'attenzione dell'ascoltatore. Il brano che anch'esso riprende gli stilemi dell'hard blues è costruito interamente su un riff molto semplice che si ripete, ma che lascia spazio alle divagazioni soliste delle tastiere che pagano tributo alle sapienti doti espressive dietro l'hammond nientemeno che a sua maestà John Lord ai tempi dei Deep Purple. Sicuramente siamo consci di trovarci dinanzi ad una band rodata giunta al suo settimo LP, lungi dal non riconoscerne le potenzialità e la qualità, ma le composizioni talvolta risultano un po' prive di mordente o di corposità, come se mancasse un ingrediente alla ricetta che lascia il palato non del tutto appagato. Speriamo che per la prossima uscita i nostri riescano a trovare la giusta combinazione di ingredienti.

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