HEAVY LOAD: STRONGER THAN EVIL
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12/08/2004Dalla Svezia, patria dei vichinghi, più forti del male, fieri e orgogliosi della loro metallica irruenza, gli Heavy Load con questo terzo full lenght hanno realmente toccato l'apice della loro breve ma sfolgorante carriera. La più epica tra le copertine della band, raffigurante un vichingo assetato di sangue che sovrasta la carneficina, prelude infatti a una scarica di metallo epico che nel 1983 aveva precedenti solo nel ben più blasonato "Into Glory Ride", e che ingiustamente è finita dimenticata. I retaggi hard rock ancora vistosamente presenti in "Death Or Glory" lasciano definitavamente il posto a un heavy rombante, quadratissimo e chitarristico, con batteria tellurica a supportare un massiccio assalto frontale fatto di marce marziali, cupi rallentamenti e possenti mid-tempo. Le vocals, come sempre gestite sia dai due axeman che dal drummer, sono stavolta più imperniate sull'interpretazione che sull'aggressività vera e propria, in quanto la ricetta degli Heavy Load si è fatta più raffinata e attenta alla creazione di auliche melodie, veramente spiccate, che rendono alcuni episodi realmente indimenticabili. Chiaro, non abbiamo di fronte un qualsiasi disco power metal, il ruvido assalto barbarico degli Heavy Load è sempre privo di compromessi! Stavolta però abbiamo di fronte una band finalmente al pieno delle proprie possibilità, che non si vergogna di porre un fenomenale momento folk con tanto di marcetta sul rullante sul finale di "Singing Swords", o di recuperare un certo flavour rockeggiante con brani divertentissimi e carichi di grinta (un po' esuli dal contesto barbaro del lavoro, e lievemente sottotono) come "Free" o l'emblematica "Saturday Night". Il resto è un grandioso succedersi di brani potentissimi, sintetici ma arricchiti di geniali trovate (licks chitarristici di pregevole fattura e poderosi cori bellici non mancano di certo) che rendono il tutto ancora più appetibile! La velocità di "Run With The Devil" e i cupi rallentamenti di "Dreaming" sono assolutamente emblematici degli estremi toccati in questo grande disco, e in mezzo a tutto ciò troviamo la leggendaria e travolgente "Singing Swords", l'irresistibile e marziale incedere di "The King", chiudendo con l'incredibile atmosfera pagana di "Roar Of The North" (chiusa addirittura da uno scacciapensieri, strumento di origine normanna carissimo in futuro ai Bathory e ai viking metallers in generale), assolutamente fuori dal comune! E fuori dal comune, apice assoluto del disco e dell'opera della band, è la title track "Stronger Than Evil", il brano più lungo e coraggioso composto dai nostri, forte di un ritornello che merita di essere ricordato in eterno tra i momenti più epici e commoventi della storia della musica pesante, con una serie di fenomenali riff e passaggi chitarristici che ci proiettano in un mondo leggendario da cui non si vorrebbe uscire più. Assolutamente epocale, degno vessillo di un disco che compie la parabola creativa di una band in grado di forgiare un heavy metal compatto ed epico come poche altre nella storia, un autentico must per chi di questa musica ha fatto una fede.
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