FATES WARNING: Long Day Good Night
data
07/11/2020Anche il più semplice degli album, a qualsiasi genere musicale appartenga, per essere adeguatamente assimilato e giudicato necessita di ben più di un ascolto distratto. Questo assioma sussiste, a maggior ragione, se la musica proposta è complessa e strutturata, ed è per questo motivo che un disco dei Fates Warning, nel 2020, in un'epoca di fast food musicale e di "skip" continuo dopo una manciata di secondi, è una sfida notevole. Sfida che ripaga ampiamente del tempo utilizzato, però, regalando parecchie soddisfazioni! Quando infatti, dopo una breve intro, partono in quarta le note di "The Destination Onward", si percepisce subito che lo stile e la raffinata potenza della band sono ancora tutte qui: il gruppo è perfetto, con l'incredibile e commovente motore ritmico formato dalla coppia Vera/Jarzombek, i riff possenti del grande Matheos e la voce stentorea di Alder. Con il proseguire delle tracce si percepisce che il gruppo ha abbastanza "giocato sul sicuro" (e non lo dico affatto in modo sminuente), scrivendo un disco moderno, compatto, apparentemente più lineare di alcune cose fatte in passato e senza grandi sperimentazioni di sorta. Dico "apparentemente" perchè, in realtà, i Fates Warning sono come sempre in grado di far percepire alle orecchie dell'ascoltatore partitute tecnicamente complesse come fluide e scorrevoli, senza mai "sbrodolate" strumentali o inutili lungaggini: è per questo che la splendida "Shuttered World" rimane in testa sin da subito, anche grazie alle ottime linee vocali di Alder, ma è tutt'altro che banale (sentite il lavoro pazzesco di Matheos!)! Stesso discorso per la bellissima "Alone We Walk" (Jarzombek santo subito!), la riflessiva, ma energica "Now Comes The Rain", gli splendidi otto minuti di "The Way Home", l'oscuro incalzare di "Scars", "When Snow Falls" e l'esaltante "Glass Houses". Proseguendo nell'ascolto ci si imbatte nelle ottime "Begin Again" e "Liar", grondanti classe da ogni poro, fino al rush finale con la mini suite "The Longest Shadow Of The Day" e la struggente ballad conclusiva "The Last Song" (speriamo di no!). Dopo moltissimi ascolti risulta indubbio che ci troviamo dinnanzi ad un disco assolutamente pazzesco, riuscito, uno degli album dell'anno nel suo genere, che dimostra una volta di più, se ancora ce ne fosse bisogno, la classe cristallina di questi musicisti. Tornando all'introduzione iniziale, mi raccomando: godetevi questo disco, ascoltatelo, lasciatelo "decantare", riascoltatelo con calma, e non abbiate fretta di giudicarlo: rischiereste di perdervi, sottovalutandolo, l'ennesimo gioiello assoluto di casa Fates Warning. Band di caratura superiore.
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