IRREVERENCE: TARGET: HATE
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06/05/2003Se notiamo che nei ringraziamenti in chiusura del booklet spiccano nomi quali Slayer, Sodom e Kreator, possiamo già farci una sostanziale idea di quali siano i pilastri su cui poggia la proposta musicale dei quattro milanesi Irreverence: thrash metal, of course. I pezzi contenuti in questo secondo lavoro del gruppo risultano ispirati e convincenti (anche se magari troppo ancorati ai clichè del genere) per non parlare della carica di energia che incorporano: se l'introduttiva "Hate Has No Name" cattura subito l'ascoltatore con un ritornello che dovrebbe essere perfetto per le esibizioni dal vivo, "3092" e "Darkening Their Light" sono due imperiosi inni al thrash metal, durante l'ascolto dei quali è impossibile tenere ferma la testa. Dal punto di vista individuale di ogni singolo componente, non posso proprio muovere critiche: alla buona prova vocale di Ricky, una sorta di Tom Angelripper nostrano, si affianca una sezione ritmica affiatata e precisa, per non parlare del prezioso lavoro che Stefano svolge alla chitarra solista. In "Target: Hate" c'è spazio anche per un pezzo strumentale, "In Thoughts" che ci mostra il lato più sentimentale degli Irreverence. Il brano in questione stupisce in positivo, grazie anche ad un feeling melodico in continuo crescendo per tutti i cinque minuti di durata del brano. La traccia di chiusura è un sentito omaggio ai Death e al povero Chuck Schuldiner, grande tra i grandi del metal. Gli Irreverence hanno scelto "Pull The Plug", tra le migliori song di "Leprosy", e l'hanno riproposta in maniera molto fedele all'originale, quasi volendo evitare di profanare la sacralità di questo mito con personalismi fuori luogo.
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