EXODUS: TEMPO OF THE DAMNED
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11/01/2004Nell'anno del Signore 2004 i rosei culetti di blackster e deathster che si proclamano 'lord of evil in the darkness legions of the bloody dismembered gore enthroned by winter ecc' verrano abbrustoliti. Rasi al suolo, da un musica nata in garage nei primi anni '80, una musica sporca, grezza, convinta, che non ha bisogno dei costumi di halloween per essere più estrema dei signori sopracitati. Questa musica, signori e signore, è il thrash metal. La prima cartuccia sparata è di calibro bello tosto; Exodus, una band che ha fatto la storia (basterebbe solo il leggendario debut "Bonded By Blood" o un brano manifesto come "The Toxic Waltz" per stabilirlo) e che si ritrova ora in formazione (quasi) originale, con un nuovo album a sfoggiare una seconda giovinezza. In uscita il 2 febbraio (data del secondo anniversario della morte di Paul Baloff, indimenticato primo singer della band), "Tempo Of The Damned" è tutto quello che un fan degli Exodus, e del thrash metal, si aspetta; brani spaccaossa in pieno stile bay area anni '80, ringiovaniti grazie ad una produzione moderna (Andy Sneap, mica uno qualsiasi), modernissima, ma che non spinge mai troppo sulla compressione delle chitarre o sui trigger della batteria. L'opener "Scar Spangled Banner" è una rasoiata micidiale, e basterebbe da sola a demolire gran parte del materiale 'estremo' che gira al giorno d'oggi. Tom Hunting dietro le pelli non ha perso un'oncia della sua potenza, tutt'altro, picchia come un fabbro; la coppia Holt/Hunolt, è proprio il caso di dirlo, fornisce a tutti una lesson in violence su come si dovrebbe suonare la chitarra, mentre il paffuto Zetro ha la stessa identica voce e lo stesso identico carisma di quindici anni fa. Detto questo sarebbe anche inutile analizzare i brani, cosa che comunque non mi piace fare...ma è impossibile non nominare, ad esempio, "War Is My Sheppard", "Blacklist", "Foward March", "Sealed With A Fist" (queste ultime due sembrano davvero provenire da "Bonded By Blood"...) e la tellurica title-track conclusiva, di diritto prima song memorabile del 2004. Cambi di tempo, cadenze da puro headbanging, 'tupa tupa' imperante e tanta, tantissima energia e convinzione; tutto il thrash riassunto nel bignami intitolato "Tempo Of The Damned. Ho detto ciò che c'era da dire; gli Exodus sono tornati, alla grande, e con l'intenzione di mostrare a tutti che ci sanno ancora fare.
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