CONTINUUM: The Hypothesis
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04/06/2015Non crediamo farà tanto scalpore questa nuova uscita targata Unique Leader, ma i nerd dei tempi calcolabili solo con equazioni fratte di quarto grado + growl + testi tratti da un manuale di filosofia teoretica troveranno i Continuum assai gradevoli. La prima traccia di 'The Hypothesis' svela tutti i pregi e i difetti: tecnica spaventosa, riff complicati e violentissimi, blast-beat spaccaossa, cambi di tempo impressionanti, contro-tempi e via dicendo. Ma anche molta freddezza, poca ricerca per il "pezzo" e molto esercizio. In "The Epiphany" troviamo qualcosa dei primi Origin, solo molto più freddi e plastici. E ce ne vuole. Belle le dissonanze dell'assolo, i passaggi, gli stacchetti e via dicendo, ma gli amanti della tecnica più estrema, ne siamo certi, ameranno "Hypothesis; Revolution", una bella mazzatona in puro stile USA, nella quale sfoggiano tutto il repertorio tecnico, con tempi spastici ai quali diventa davvero difficile star dietro. "When The Words Were Left" sinceramente lascia interdetti, una speci di intermezzo in cui il batterista si lascia andare a pattern simil-jazzistici, ma la lunga (rispetto alle altre), e conclusiva "Steppes To Ascension" sembra qualcosa che verrebbe fuori se gli Hate Eternal stuprassero i Meshuggah: un unico riff portato avanti con inesorabile lentezza, ritmiche maciullanti e cambi repentini, poco sfumati, rozzi, malvagi. Spiazzante. Eccetto il finale, un disco fatto di tanti, brevi, esercizi di stile e tecnica. Puro e freddo esercizio.
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