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BUFFALO GRILLZ: Manzo Criminale

data

06/11/2012
78


Genere: Grindcore
Etichetta: Subsound Records
Distro:
Anno: 2012

Secondo episodio della saga della all star grind band romana. Forti dell'ironia che li ha contraddistinti fin dal primo lavoro, sciorinano altre 21 grand-iose tracce dove il solo leggere i titoli è già motivo di grosse risate ("Linkin Pork", "Forrest Grind", "Lapo Elgrind, "Sacro e Scrofano", "Dimmu Burger", "Grind Sasso"). Le immancabili intro sempre a sfondo comico aumentano l’allegria (passando in rassegna: Fantozzi, Il Marchese del Grillo, L’avvocato del Diavolo con tanto di arringa di Al Pacino, ed il grandioso Bud Spencer), ma quando subentra la musica resta poco da ridere, si viene sfigurati da uno tsunami scandito da una batteria al fulmicotone. Enrico Giannone (voce) da ulteriore prova (come se ce ne fosse ancora bisogno) della carriera di veter-ano (quasi cinque lustri) del growling passando da toni baritonali, allo screaming e divertendosi in un punk grind - "Dawson Crick" con pig squealing (cortesia di Tom dei Mumakil) eseguito in inhale/exhale (attenendoci al loro stile farsesco la traduzione sarebbe: il grugnito del porco che inala ed esala). Registrato e prodotto ai Kick Studios di proprietà di Marco 'Cinghio' Mastrobuono (chitarrista della band) vanta ospiti d'onore quali Gordo (Ratos De Porao), Keijo (Rotten Sound che offre la vocina in "Sermoneta Chainsaw Massacre" miglior pezzo del disco), Cristiano (Fleshgod Apocalypse) e Luca Mai (ZU) con il suo sax nell’imponente pezzo industrial "Dimmu Burger". Non mancano tributi ai maestri del genere, i Brutal Truth in "Grind Sasso", ma non solo devastazione tout court, c’è un grandioso pezzo rock anni '70 di quelli usati nei film di Tomas Milian, "Delitto al Blue Grind" e la loro versione della "Canzone del Sale" di Battisti: uno spasso. Le ritmiche sono serrate e concise, i brani non superano quasi mai i tre minuti di durata come nella miglior tradizione del genere, e chi ha il dono della (cir)concisione non necessità di molte parole per comunicare. La band esprime il meglio di sé dal vivo con una presenza scenica che ha pochi eguali grazie a quell’animale da palcoscenico che è Giannone. Piccolo appunto: i pezzi migliori si trovano nella seconda parte del disco ove la batteria svaria di più nei tempi delle grindate.

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