BLOODWAY: Mapping the Moment
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13/11/2015Se il buongiorno si vede dal mattino certo ai Bloodway non avrei concesso parere, perché se già mi parti con un 'il gruppo esiste senza aspettative, ne compiacere nessuno a parte noi stessi', che cavolo parlo a fare di te? Mai creduto nel progressive black metal, per la semplice ragione che il black metal stesso è antitetico a ideologie quali studio della musica, tecnica, progressione e evoluzione. Più ignorante del black c'è solo il goregrind messicano. Certo, poi parla quello che è un fan degli Akercocke e Krallice. Parlando dell'album evitando lanciare congetture su ciò che non riguarda la musica, mi ritrovo spaesato. La voce di Costin Chioreanu, come già detto del 'sotto' genere, è contraria a quanto solitamente ci hanno abituati decenni di trve norvegia, risultando a tratti anche irritante, maggiormente a mio parere personale in "Mirror Twin", dove si lancia in certi falsetti fastidiosi come unghie sulle lavagne. Quindi è brutto? No. Quindi è black metal? Neanche. È estremo, si avvale d'una scrittura dei pezzi sagage, ma non per questo progressiva. Forse la più coerente a questa ettichetta è la strumentale "A Hallow Bridge", che vede dietro al sassofono Dr. Mikannibal dei Sigh. Se poi non sai chi è mi chiedo cavolo ascolti a fare metal. Citando a mio modo il foglietto che corona la presentazione dell'album, si tratta solo di questi tre ragazzi che iniettano massicce dosi di angoscia e follia in una materia musicale polimorfa quale è avventurosa non che originale.
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