AEVUM: Impressions
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27/02/2015Di 'Impressions' degli Aevum subito possiamo osservare che la presentazione è molto ben curata, abbiamo apprezzato le brevi introduzioni alle undici tracce che compongono il disco uscito nell’ottobre del 2014, e anche la piccola biografia con cui la band torinese ci illustra da chi è composta, come si è formata e cosa ci vuole trasmettere, ci spiega la dualità presente nella loro musica (umano-divino, maschile-femminile, positivo-negativo). La line up è composta da ben sette musicisti che danno vita già dall’intro "Il Palcoscenico della Mente" a melodie di pianoforte, cori e archi fra potenti riff. Veniamo proiettati in un’atmosfera nebbiosa e incantata, come se ci trovassimo dentro un libro fantasy. In tutto il disco si intrecciano voci maschili e femminili, cantato lirico e growl, testi in italiano ed inglese, ma in maniera così armonica che non si crea alcun tipo di confusione o fastidio, sembra che tutto debba essere naturalmente così e non possa essere altrimenti. Ci è piaciuto subito, al primo ascolto. E non è quel piacere dovuto all’orecchiabilità che poi va a stancare nel lungo termine, no, ascoltarlo fa venir voglia di ascoltarlo di nuovo, ci dà modo di percepire quel particolare che ci era sfuggito, di porre più attenzione ai testi, o ai cambi di ritmo e sonorità frequenti nelle tracce più lunghe come "Blade’s Kiss", o "The Battle", quasi ad avere una canzone nella canzone, e attraverso i quali ci rendiamo conto che questo non è solo un gruppo gothic metal, qui siamo di fronte ad ottimi musicisti, ognuno con una sua storia musicale che confluisce in un insieme dove ritroviamo heavy metal, death, jazz, blues, industrial, classica e molto altro in un amalgama di qualità. Due perle in assoluto sono la traccia “To Be or…To Be” con un testo che trae spunto da Shakespeare, ma si sviluppa poi con una propria personalità, e "Monsters" che riprende un po’ il senso della canzone di apertura <si apre il sipario> recita, andando quasi a scontrarsi poi con la successiva "Adieu à la Scène", l’ultimo brano, che rappresenta invece il sipario che si abbassa. Queste due canzoni da sole varrebbero l’acquisto del cd, figuriamoci visto che ce ne sono altre nove di ottima fattura.
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