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THEO TEARDO & BLIXA BARGELD

Per uno dei live più attesi di questo inizio di stagione concertistica, è stata scelta una location d'eccezione: la chiesa evangelica metodista di stanza nel centro di Roma. All'arrivo presso la basilica troviamo un capannello di un centinaio di persone che aspettavano di entrare; abbiamo pensato che non avessero ancora aperto le porte, invece erano gli sprovvisti di biglietto, speranzosi di trovare qualcuno che lo vendesse in quanto il concerto era già sold out; a testimonianza della valenza del progetto e della cassa di risonanza che aveva generato. Il locale era gremito in ogni ordine di numero e posti (gente si arrampicava su tavoli e gradini pur di vedere il palco che era ad altezza d'uomo). La struttura della chiesa è piuttosto atipica: quadrangolare, con un balconcino poco sotto il tetto, utilizzato per le riprese e per le luci di servizio; non particolarmente ricca di statue ed affreschi, ma l'atmosfera era mistica. Stavolta il trio, Teardo + Blixa + Martina Bertoni, si è fatto accompagnare da un quartetto d'archi, ricreando un sound che ne ha guadagnato in sinfonia e sinuosità di movimenti. La seconda piece, "Mi scusi", cantata in italiano con inflessione teutonica e con una pronuncia quasi perfetta, è stata resa con una tonalità di voce piu alta (urlata a tratti) rispetto all'originale; un vero spasso perchè riusciva ad unire la solennità degli archi con lo spoken word curioso ma forbito di Bargeld (Mi scusi il mio italiano un pò rudimentale, facevo latino a scuola, a livello cavernicolo). "Axolotl" è stata un ode agli Einsturzende Neubaten per quei suoni cupi ed industrialoidi dove Blixa ha intersecato il suo tipico cantato stridulo, campionandolo e continuando a ricamarci sopra, fino a creare una stratificazione di voci; in questa vece ha assunto una maggiore solennità il contrasto tra il violoncello e la voce grigia e monocorde del singer teutonico. "What If" parte da un crescendo dark ambient, simile ad una scena da film horror dove il male cerca di prendere il sopravvento, ma viene improvvisamente bloccato dal suono di una campanellina, che vibra altisonante per tutto l'aere della chiesa, lasciando il pubblico esterefatto, muto e assorto; dopodichè cambia completamente registro, trasformandosi in un susseguirsi di delicate melodie dove gli archi la fanno da padrone: struggente ed imperiosa. In "Come Up And See Me", dall'andamento ondulatorio come quello delle maree, il crooner utilizza nuovamente la tecnica del refrain fino a raggiungere un crescendo, chiuso da un possente ruggito: una magia. "Soli Si Muore" cover di Patrick Samson è il primo dei due bis. La penombra e il gioco di luci soffuse hanno creato un atmosfera mistico/cinematografica scandita dalle macchine del polistrumentista italiano (Teho Teardo), ormai punto di riferimento per l'industria del cinema italiano; il tedesco pronunciato da Blixa fa venire la pelle d'oca, sembra come se le due anime, quella cinematica di Theo Teardo e quella destrutturatrice (con una maggiore propensione alla musica da camera) delle ultime opere degli Einsturzende Neubaten cercassero di fondersi in un unico flusso. Un trionfo d'archi stratificati dal programming.

CHORDE 2014 - Parole tra Cielo e Terra from Chorde Roma on Vimeo.

Setlist: 1. Nur zur Erinerung 2. Mi scusi 3. Axolotl 4. Buntmetalldiebe 5. Still smiling 6. Nocturnalia 7. What if 8. Konjunktiv II 9. Empty Boat 10. Come up and see me 11. Alone with the Moon 12. A Quiet Life 13. Negroni Encore: 14. Soli si muore 15. Defenestrazioni 16. Millions of Eels

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