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LACUNA COIL

Il Bloom è un piccolo locale fortemente caratterizzato politicamente, frequentato abitualmente da personaggi molto motivati. Al Bloom ci sono stato solo un paio di volte nella vita in occasione del concerto di presentazione di 'Against' dei Sepultura, e per un festival abbastanza controverso dedicato al cinema splatter (evento unico nella storia con ben quattro film in fila in lingua originale perchè arrivati in Italia abusivi dopo non aver passato la censura). Da fuori il Bloom sembra un vecchio cinema di paese (lo era in effetti), e la presenza all'interno della struttura che ospita il locale, anche di una bocciofila per anziani, fa capire quanto sia strano per una band come i Lacuna Coil, che ha calcato i palchi più importanti del mondo, esibirsi qui stasera. Il "Darkness Rising Tour" è pianificato per locali piccoli dove la capacità di pubblico è minima, ma dove il contatto con i fan è concreto e tangibile, e per dar modo alla band di togliersi di dosso l'etichetta di band che snobba l'Italia. Ore 22.30, apertura porte, pubblico pressato per il locale sold-out e sono quindi i Cayne con "My Damnation" a dare fuoco alle micce. La band, spin-off dei Lacuna Coil, ha da poco pubblicato dopo dieci anni di silenzio discografico l'EP 'Addicted', e si mostra immediatamente molto carica. Il nuovo materiale è molto più groovy e rock di quello passato, ma la bravura della band consente di passare da un brano all'altro senza che i vecchi brani mostrino il peso degli anni. Il singer Giordano conduce i suoi lungo una mezz'ora molto intensa, ed alla fine del set gli applausi per loro sono sinceri e meritati. Dopo un rapido cambio di palco entrano i Lacuna Coil. La band è decisamente carica per questa che è la prima data del tour ed "Our Truth", ben supportata dalla resa sonora ottima del locale, convince da subito. Certo, il palco è molto piccolo, ed i membri della band faticano a muoversi a dovere, e non sta meglio neppure il pubblico, pressato come sardine e decisamente accaldato, ma stavolta è bello anche rinunciare alle solite comodità che location come il Live o l'Alcatraz possono dare in virtù di un contatto più diretto con i propri beniamini. Il concerto prosegue fresco e piacevole come se fosse una serata in sala prove tra amici, con Andrea e Cristina che dialogano tranquillamente con i fan tra un estratto e l'altro di 'Karmakode' e 'Shallow Life' (meno gettonati i pezzi dai primi due lavori), finchè la singer non annuncia un'esecuzione per la prima volta; Andrea propone una cover di Jovanotti, ma è "Without Fear", cantata in italiano, e presentata come "Senza Paura" a fare bella mostra di sé. Da segnalare che, per tutta la durata del concerto, non c'è stato neppure un coro volgare incitante allo spogliarello, o peggio, all'indirizzo di Cristina. Anzi, le grida "sei bellissima" e "Cristina ti amo", accompagnate dall'omaggio di una rosa alla cantante (cosa che in passato avevo visto fare solo per Tarja e Simone Simons) sono segno che forse anche il pubblico dei Lacuna Coil è cresciuto come è cresciuta la band. Due gli estratti dal prossimo album 'Dark Adrenaline', in uscita a gennaio: "Kill The Light", infilato a tradimento tra "I'm Not Afraid" e "Fragments Of Faith" e "Trip Of The Darkness" che chiude l'encore dopo "Survive" e "Spellbound". Che dire per chiudere? Gran bel concerto, molto intenso durante il quale ho sofferto molto la calca del pubblico ed il caldo, ma dove, per la prima volta dopo anni, dopo quella prima volta che li vidi di spalla ai Labyrinth all'oratorio di Osnago a supportare l'omonimo EP di debutto, ho visto nei Lacuna Coil una band che ci tiene al contatto con i propri fan.

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