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LACUNA COIL

[NODE] L'apertura della serata che vede i Lacuna Coil tornare nella "propria" Milano è affidata ai Node, death-thrashers nostrani che già in passato si erano prodigati come apripista per la band di Cristina Scabbia e co. Il gruppo al completo si è reso autore della solita granitica e solida performance, incentrata in particolare su estratti provenienti da "Das Kapital" e dall'ultimo "As God Kills", album rilasciato proprio nel 2006 in corso tramite Massacre Records. Purtroppo il non perfetto ritorno sonoro ha permesso di apprezzare solo in parte la grinta e la potenza oramai note da parte di Daniel Botti e soci, i quali hanno comunque dimostrato di saper tenere a dovere il palco al netto di errori e sbavature varie. A tutto ciò si aggiunge una presenza scenica di tutto rispetto unita ad esecuzioni di grande impatto, elementi che non possono se non confermare tutte le buone parole spese nei confronti dei Node negli ultimi anni. Un'ottima esibizione, incisiva e quadrata. [Zorro11] [POISONBLACK] Torna in italia Laihiala e questa volta con la sua viscerale creazione che corrisponde al nome di 'Poisonblack'. Dopo aver celebrato per tutto il corso dello scorso anno il funerale dei Sentenced, la suicide-metal band per eccellenza, riecco sul palco il gigante finlandese e questa volta, a differenza della fugace apparizione in occasione del TIF 2005, il frontman appare in gran forma e soprattutto attento e concentrato nel doppio ruolo di singer e prima chitarra della band. Tema della serata: "Lust Stained Despair". E' da quest'ultimo album che vengono scelte le canzoni della scaletta, e seppur con qualche pescata dal primo "Escapextacy" (chiaramente "Love Infernal" e "The Exciter" con l'aggiunta della graditissima "Illusion/Delusion") sono "The Darkest Lie", "Nothing Else Remains", "Soul In Flames" e "Love Controlled Despair" ad animare la serata con la granitica "Rush" a far la parte della prima donna. L'esecuzione dei brani è decisamente buona e la resa, con dietro il microfono Laihiala, è decisamente più potente ed aggressiva anche nell'interpretazione delle vecchie tracce (ad opera su cd del singer Lappaluoto, ora nei Charon). Quello che più colpisce è inoltre il muro sonoro costruito per reggere al meglio ogni canzone e per rendere ogni brano dannatamente 'live'. Era da tempo che il gothic-metal dal vivo non riusciva ad incidere come in questa occasione. In breve: decisamente gradevole l'inizio della carriera post-Sentenced del buon Ville. [Poisoneye] [LACUNA COIL] Finalmente si riparte da Milano e concerto dopo concerto la band meneghina si ritaglia un ruolo sempre più importante. Ne sono passati di fischi, episodi poco gradevoli e prove di ignoranza paurosa nei confronti di sei ragazzi decisamente sottovalutati (e questa è una provocazione cercata e voluta) che con la loro determinazione, il loro credo e la loro forza d'animo, si sono spinti ben oltre i confini nazionali, ed ora la loro musica echeggia sontuosa dagli USA all'Europa, orgogliosa e fiera di essere canticchiata sempre da più persone. Come sempre sono contate le parole che dal palco arrivano alla folla, questa sera davvero numerosa all'Alcatraz di Milano, ed è la musica ad avere la meglio. "Karmacode" preannunciava il botto dal vivo e così è stato, potente, deciso e quasi acido il sound dei Lacuna Coil è ora più che mai pungente e senza fronzoli. Sono una macchina ormai ben collaudata e macinano canzoni una dietro l'altra e senza pause, proponendo senza indecisioni tutti i pezzi più spinti e veloci e puntando molto, come previsto, proprio sull'ultimo studio album. Da "What I See" si passa per "To The Edge", "Fragile", "Closer" ed anche i pezzi più datati sono scelti seguendo questa nuova linea tutta grinta e carattere, visto che da "Unleashed Memories" i nostri pescano addirittura "1:19", trascurando le altre che hanno, per lo meno all'inizio, aperto la loro carriera. "Swamped" e "Heaven's A Lie" non potevano certo mancare, e da "Comalies" ecco anche la graditissima "Entwined" per arrivare ad un finale in cui la cover dei Depeche Mode "Enjoy The Silence" ed "Our Truth" chiudono al meglio una serata calda e memorabile. Ammetto di non aver mai visto i Lacuna Coil così sicuri e sereni. Tra l'altro Andrea si è ritagliato uno spazio molto più importante rispetto al passato, relegato per la maggior parte in secondo piano all'ombra della comunque brava Cristina. Allo stato attuale credo invece che i Lacuna Coil siano una band di tutto rispetto, quadrata e matura, capace di stupire e di emozionare un pubblico davvero vasto. Era ora! [Poisoneye]

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