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TAROT

Ciao Marco, grazie per quest'intervista! Iniziamo parlando del vostro nuovo album "Crows Fly Black" partendo proprio dal suo titolo, che cosa significa? Marco: Testimonia la nostra attiduine come band. I "corvi volano neri" sopra un campo di battaglia. Noi ci vestiamo di nero e puniamo le vostre orecchie. Riflette il modo in cui facciamo le cose. Penso che questo disco sia quanto di meglio i Tarot abbiamo mai creato. Più di ogni altra volta riuscite a fondere il vostro tipico sound Heavy con dei passaggi melodici, come nella bellissima "Tides". Cosa ne pensi? Marco: Penso che abbiamo sempre cercato di ottenere questo contrasto particolare nella nostra musica. Per creare qualcosa potente e Heavy e allo stesso tempo costruire atmosfere e melodie con le tastiere e le voci. Credo che questa volta abbiamo funzionato meglio del solito. In qualità di compositore principale cosa ci puoi dire dei testi di questo album? Che argomenti trattano? Preferisci raccontarcene uno in particolare? Marco: Prendo ispirazione per i pezzi ovunque, riempio la mia testa di libri e films continuamente. Ti sembrerà tutto più chiaro se ti faccio qualche esempio: "Ashes To The Stars" è un puro romanzo scientifico, un astronauta innamorato della propria navicella che impazzisce e decide di condurla direttamente alla fine dell'universo; "Tides" è una ballata power, credo, ma priva delle solite lovestory. Il testo parla di un sentimento di forte depressione, una condizione mentale nella quale devi continuare a tenerti in moto per sentirti ancora vivo perchè, se ti fermi, il peso di tutto il resto ti schiaccerà; "Before The Skies Comes Down" è il cammino nel deserto di un pessimista alienato, il testamento di una persona che non sa come poter vivere in qualche modo; "Grey" parla di qualcosa che ho provato quando ero molto giovane e andavo ancora scuola, la società ed il resto del mondo cercavano di privarmi dei miei sogni e di far sembrare e pensare tutti allo stesso modo. Non riesco a scegliere una canzone preferita da questo disco, sono fortemente indeciso tra "You" e "Ashes To The Stars". Qual'è la tua preferita? Marco: Non te lo saprei dire, c'è qualcosa che mi piace in ogni canzone. Dipende da come mi sento al momento. E qual'è la tua canzone preferita dei Nightwish (Marco è anche cantante e bassista dei Nightwish, ndr)? Marco: "The Siren", credo che crei un atmosfera eccezionale. La tua voce è tra le più caratteristiche che abbia mai sentito. Le tue linee vocali sono spettrali, aggressive, ma allo stesso tempo si sposano alla perfezione con dei fraseggi molto melodici, come su "Grey". Qual'è il tuo segreto? Marco: Ho ascoltato tanta musica e mi sono esercitato altrettanto, specialmente all'inizio. Sono cresciuto con il metal di "vecchia scuola" e da questo vengono fuori le mie radici più melodiche. Penso di averle "annaffiate" anche grazie a Kate Bush e a del Progressive Rock come i Jethro Tull. Negli anni '90 il metal è diventato molto più aggressivo e questo mi ha condizionato allo stesso modo. Ho sempre cercato la varietà nell'esprimere la mia musica e questo è quello che ha portato. Sempre parlando di cantanti, quando avete capito di aver bisogno di una persona che si occupasse delle backing vocals all'interno della band? Sono tutti così stonati i tuoi colleghi? Marco: Non sono esattamente stonati ma comunque ci andiamo vicino. Tommi è stato un vero cantante per tutti questi anni, quindi abbiamo avuto motivo di credere che avesse le qualità e il carisma per ricoprire questo ruolo. Prima come corista e adesso anche come cantante principale. Mi trovo in totale disaccordo con l'etichetta stampata sulle copie del vostro nuovo cd che dice "featuring Marco Hietala from Nightwish", fa sembrare che la tua presenza nei Tarot sia una cosa assolutamente straordinaria... Marco: Yeah, hai ragione ma è nella policy della casa discografica (la Nuclear Blast, ndr), posso capire il loro punto di vista. Probabilmente si augurano che questo renderà più gente interessata ai Tarot ed alla fine sarà comunque la gente stessa a decidere se facciamo schifo o se spacchiamo. Credo sia a vantaggio della band e dell'album stesso. La tua avventura con i Tarot è cominciata vent'anni fa e l'attuale line-up è la stessa dal 1994. Come sono cambiati in questi anni i rapporti all'interno della band? Marco: Siamo cresciuti assieme grazie a questa band e ci sentiamo tutti in famiglia, a proprio agio, quando siamo insieme. Negli anni '80 capitava molto più facilmente di avere qualche problema tra di noi, ma nel corso degli anni il nostro rapporto è andato migliorando. Ultimamente poi capiamo ancora di più che ognuno di noi è una persona diversa e ognuno ha le sue "stranezze". Questo rende il nostro rapporto molto più ricco e rende le cose molto più divertenti tra di noi. Siamo migliori amici! Io sono piuttosto giovane e non ho avuto la possibilità di poter vivere certe cose, com'è stato suonare Heavy Metal negli anni '80? Marco: Malinconico per certi versi. Molta gente ai concerti, ma non realmente una scena con molte band. Al giorno d'oggi ci sono molte più persone interessate e relazionarsi su quello che succede è molto più facile. Suonare è stato divertente, e bere qualche drink dopo lo è stato altrettanto...ed è ancora così! Avete realizzato un video per "Ashes To The Stars", ne registrerete un altro per promuovere questo disco? Perchè non ne avete realizzato uno per il vostro primo singolo "You"? Marco: Abbiamo scelto "Ashes To The Stars" perchè ha una storia migliore ed un inferno di cori. Non abbiamo in programma di girare altri video al momento, dobbiamo prima vedere come va l'album in Centro Europa prima di pianificare queste cose. Ho visto che state organizzando un tour Europeo, riuscirete a fare un paio di show anche qui in Italia? Marco: Penso che verremo a fare solo uno show in Italia, i Tarot fanno parte del pacchetto dell'Earthshaker Road Shock Tour che si svolgerà tra Aprile e Maggio e faremo una data a Padova. Trova una parla per descrivere un aspetto positivo ed uno negativo degli altri membri della band Marco: Zachary: Umorismo, Testardo
Janne: Alla mano, Smemorato
Pecu: Pazzo, Furioso
Tommi: Sincero, Superimpegnato
Perchè nel 2001 sei entrato a far parte dei Nightwish? Marco: Me lo chiese Tuomas. Ci siamo incontrati quando suonavo nei Sinergy e abbiamo fatto un tour di cinque settimane assieme ai Nightwish. Da quella volta capimmo che saremo andati avanti molto insieme, ci piacevano gli stessi libri e gli stessi film per esempio. Durante l'ultima settimana di quel tour stavo facendo le parti di voce di Tuomas su "The Beauty And The Beast" e quando hanno avuto bisogno di avere un diverso bassista si sono subito rivolti a me. Anche perchè sono un cantante e lui aveva iniziato a scrivere qualche canzone nuova dove necessitava sia della voce maschile che di quella femminile. A me il loro nuovo materiale più Heavy piaceva parecchio e la possibilità di poter cantare per me significava molto, così ci siamo detti "Ok, facciamo qualche prova". Mi sono recato a Kitee per il weekend, abbiamo comprato qualche birra, ed abbiamo iniziato a suonare. Ed eccoci qua! Marco, sono certo che mi odierai per questa domanda dato che sicuramente te l'avranno chiesta in molti prima di me, ma come hai reagito allo split con Tarja? E come vivi la tua esperienza con i Nightwish adesso? Marco: Lei è una grande cantante. Mi mancano i tempi quando tutto andava bene, di quando eravamo veramente orgogliosi della band e di noi stessi. Ma le cose sono cambiate troppo e lei continuava a sostenere che se ne sarebbe potuta andare da un momento con l'altro, non ci rimase altra scelta che lasciarla andare. Adesso noi dei Nightwish ed il nostro management abbiamo gli stessi obbiettivi e la stessa ambizione. Lavoriamo insieme come membri di un'unica squadra per il successo di ognuno della nostra squadra. Ho letto qualcosa riguardo alla tua passione per band classiche come Judas Priest e Rainbow. Ma esiste una band al giorno d'oggi che valga per te? Marco: Il primo album degli Audioslave era grande, anche se questi ragazzi non sono proprio nuovi sul panorama. Anche Metallica e Pantera sono stati grandi. Probabilmente ho ascoltato qualche canzone dei gruppi nuovi ma non ne ho acquistato l'album. Se un giorno ti dovessero dire "Sali sul palco e suona una cover" tu cosa suoneresti? Marco: "Flying Fishcock", è una vecchia canzone popolare Finlandese. Il Fishcock è un cibo caratteristico del Savo, l'area in cui sono nato. "Flying Fishcock" è una canzone riguardo ad un treno chiamato con quel nome, che girava nell'area qualche decade fa. La gente all'interno del treno stava parlando, bevendo e giocando a carte. E' un brano divertente anche se non ha nulla a che vedere con il metal. Marco è un tipico nome Italiano, solitamente in Finlandia usate Marko come nome tipico. Hai per caso origini italiane o si tratta solo di una coincidenza? Marco: E' solo una coincidenza, penso che sia stata mia nonna a suggerire il nome ai miei genitori. Questo è tutto Marco, ti ringrazio per questa bella chiacchierata e ti lascio lo spazio per salutare i lettori di Hardsounds.it! Marco: Amici, rispetto! Spero che darete un occhiata al nostro nuovo album "Crows Fly Black" quando sarà uscito e spero di vedervi allo show di Padova il 6 Maggio 2007!

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