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ROOMMATES

Band italiana, ma é come se fosse nata negli Stati Uniti sia per spirito, sia per quanto concerne il talento. Un album d'esordio che sta facendo parlare di sé, ed una citazione da una delle leggende del southern rock hanno stimolato la nostra curiositá, soddifatta tramite la chiacchierata che segue.

Il vostro album è fuori da circa un paio di mesi, siete soddisfatti di quello che sta succedendo? Decisamente: la risposta è stata molto positiva ed oltre le nostre aspettative iniziali. Abbiamo lavorato duramente per l’uscita del debut, sia dal punto di vista compositivo, che di produzione, che di promozione. I risultati sono per ora ottimi, ma continuiamo ad avere fame…

Fake è il vostro album di debutto, ma suona già come un disco maturo. Siete certi di avere già dato tutto? La nostra idea è che sia solo un primo passo, un assaggio di cosa possiamo fare. Ora il nostro interesse è volto a sviluppare cosa abbiamo costruito finora, sia come sonorità che spettacolo offerto durante i nostri live. C’è molto, moltissimo da lavorare ancora, quindi ci auguriamo che l’effettiva “maturità” sia ancora meglio.

Sul vostro lavoro persino i Lynyrd Skynyrd hanno espresso giudizi esaltanti, bella soddisfazione, vero? Inaspettata, robusta ed enorme soddisfazione. Loro, così come altre pietre miliari del rock, sono parte della genesi della nostra musica, vedere le nostre figure sulla loro pagina è stato decisamente emozionante.

Come definite il vostro sound? Quanto c’è di rock, quanto southern, altro? Il nostro sound nasce dall’insieme di sonorità acustiche e una potente carica elettrica, le note southern sono emerse prendendo spunto dalle prime, ma non è un ingrediente totalizzante: avendo stili musicali differenti tra i membri della band, la musica che ne esce è un connubio tra vari stili che spaziano dal menzionato southern, all’alternative passando da sfumature grunge a idee piu hard. Probabilmente la migliore definizione della nostra musica è “Rock”. Semplice.

Com’è nata la collaborazione con Nadir Music? Dall’ingresso in formazione di Alessio Spallarossa i nostri rapporti con Nadir Music sono sempre stati presenti, ancora prima di ragionare sull’album. Le due figure di Nadir Music con cui ci interfacciamo (Trevor e Federico), sono stati un nostro appoggio e una valida voce da ascoltare per ogni dubbio durante i primi passi nel mondo dell’originale. Da qui, la collaborazione per il disco è stata la naturale prosecuzione dei rapporti umani e professionali costruiti in precedenza.

Non fate scherzi, il prossimo album dovrà avere almeno dieci canzoni, ci state già pensando? Dieci canzoni. Eh. Dieci canzoni. Viste “ora” sono proprio tante. Quando si ha la necessità di raggiungere un numero si ha (o si dovrebbe avere) sempre la paura di aggiungere contenuti pur di raggiungere i brani necessari, a discapito dei messaggi da trasmettere. Con Fake abbiamo trasmesso, in sette brani, tutta la storia che avevamo accumulato fino a quel momento. Ora, con gli embrioni del prossimo disco (che… sì, sono già in lavorazione), abbiamo l’idea di sviluppare nuove soluzioni, probabilmente più profonde e mature, ma per ora non possiamo sbilanciarci maggiormente.

Che cosa stanno combinando i Roommates? In questo periodo stiamo lavorando alle date estive, che saranno concentrate in Liguria e in Francia; oltre ad esse stiamo lavorando ai video del disco Fake, in quanto i primi due (Light e Blow Away) sono già disponibili sul nostro canale YouTube, mentre i due successivi (Fakin Good Manners ed Empty Love) saranno pronti nei prossimi mesi. Per quanto riguarda Fakin Good Manners, visto il tema del pub sviluppato dal video, e vista la collaborazione avuta con il Birrificio Nadir, un caso? Non credo, presenteremo a inizio estate una birra omonima del brano.

La mecca del vostro genere sono certamente gli States, avete mai pensato a un tour da quelle parti? L’America è distante, ma non troppo. L’idea di suonare il nostro genere laddove abbiamo imparato tanto è ovviamente un nostro interesse, per ora è un sogno, ma come tutti i sogni, intendiamo lavorare duramente per poterlo raggiungere.

Siete nati come trio acustico, meglio il live acustico o l’energia degli strumenti elettrici? Il trio acustico permette toni differenti dall’elettrico, è generalmente più chiuso, raccolto, anche se esprime il rock inglese o americano, e vede un rapporto col pubblico più diretto, vicino e intimo. L’energia del live in elettrico invece, permette la pressione sonora (la famosa “pacca”), permette un pubblico urlante, è fatto di adrenalina, sudore e birre gelate Sono due mondi diversi che, se sapientemente miscelati, ci permettono di godere appieno la nostra musica. Per noi più che il cambio da acustico a elettrico, è stato importante il passaggio da trio a quartetto: è un allargamento della Famiglia, una voce in più da ascoltare e una voce in più per dire qualcosa. E aggiungo che, visto il soggetto, ha portato anche la sua inconfondibile e menzionata “pacca”.

Lascio a voi le ultime parole, a presto ragazzi…Suonare è meraviglioso, per qualcuno è ancora meglio. Questo è il filo conduttore che ci sta facendo andare avanti. Speriamo di poter coinvolgere sempre meglio e sempre di più chi ha il piede che si muove al ritmo di una batteria, chi è preso da un riff, chi vive l’adrenalina del live, e speriamo di farlo continuando a “dire” quel qualcosa che per noi è il nostro modo creare musica che abbiamo per ora espresso con Fake. Rock’n’roll.

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