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LIFEND

Freschi autori di un nuovo arrabbiatissimo disco (questa la recensione) ecco a voi i Lifend, quartetto milanese che ha risposto volentieri all'appello di Hardsounds, concedendo alla nostra webzine l'intervista sottostante... Ciao! Per prima cosa come stanno i Lifend? Sopravvissuti all’estate? [Alberto] Ehehe, sì sopravvissuti e già tornati alla routine di tutti i giorni! Ad ogni modo ci sentiamo in piena forma, siamo già tornati a suonare live e siamo al lavoro sul materiale nuovo... stavolta non vogliamo perdere tempo! E dei responsi che sta ottenendo il nuovo 'Devihate' cosa mi dite? [Alberto] Forse è ancora un po' presto, con l'estate di mezzo la promozione sta praticamente avendo effetto ora... Le poche recensioni che abbiamo cominciato a vedere sono parecchio positive, salvo qualche eccezione come è normale che sia per un lavoro come il nostro che crediamo sia un po' diverso dal solito (...i cugini francesi non si smentiscono mai!). La cosa che più ci fa piacere è notare come tutti stiano apprezzando la nostra svolta ad un sound più diretto con l'abbandono della voce femminile. Sembra poi che le vendite stiano andando molto bene, ma per questo bisogna aspettare ancora per poter tirare le somme... incrociamo le dita! Cosa modifichereste ora del vostro lavoro? [Mat] Sai, è sempre facile dirlo con il senno del poi. In realtà bisogna considerare il tutto in quel preciso istante, in quel lasso temporale specifico in cui l'azione si stava compiendo. Ed in quell'ambito, eravamo tutti concordi nel dire che il lavoro, la produzione, le canzoni stesse erano perfettamente in linea con quello che ci eravamo prefissati, cioè un lavoro professionale, intenso, estremo. Come vedete il nuovo corso della band senza female vocals? Pensate che in futuro ci potrà essere il ritorno di una seconda linea vocale? [Mat] Siamo assolutamente soddisfatti della scelta fatta anni orsono ormai. Il venir meno di questo fattore ha sicuramente giovato al nostro songwriting non essendo più vincolati al filone musicale in cui voi critica ci avevate imbrigliato, cioè quello del death-gothic (quando in realtà mai abbiamo suonato gothic...basta una voce femminile per etichettare gothic un gruppo?) ed essendo più liberi di sperimentare soluzioni estreme e malate. Credo che in futuro potremmo eliminare anche gli ultimi residui di voce melodica in favore di una doppia voce (screaming e growling) maschile. Rispetto a 'Inner Scars' vi ho trovato molto più aggressivi… c’è qualcosa che vi ha fatto particolarmente incazzare negli ultimi anni? [Mat] Ci stiamo evolvendo in questa direzione. Tutto si muove, tutto è in moto perenne e noi siamo irrequieti più che mai! Scherzi a parte, noi seguiamo sempre il nostro istinto, non il trend. Ne consegue che dopo 'Innerscars' avevamo bisogno di esprimerci in questa maniera, più diretta, incisiva, malata. Nulla e tutto ci ha fatto incazzare; guardati intorno e dimmi: il Vivere è assolutamente un dono, ma siamo talmente circondati da brutture che l'ago della bilancia credo penda verso il "polo negativo". Cerchiamo sempre di tirar fuori il nostro pensiero, attraverso parole e musica, movimenti e sensazioni. Per questo la nostra musica, indipendentemente dal genere proposto, sarà sempre estremamente emozionale, intensa. [Puccio] Quando sono entrato nel gruppo (giugno 2005) nell'aria c'era voglia di novità, cambiamento...Questa voglia sicuramente ci ha aiutato a macinare linee più dure, evolute (credo) e "incazzate"...il tutto frutto di incazzature e, forse, delusioni appena trascorse dai veterani del gruppo... [Alberto] Dal punto di vista compositivo ci siamo accorti che era necessario "alleggerire" le strutture dei brani e rendere il tutto più diretto. Il difetto di 'InnerScars' probabilmente era quello di mettere un po' "troppa carne al fuoco". Abbiamo preferito concentrarci ancora di più sugli arrangiamenti...e poi volevamo anche avere un impatto diverso dal vivo! Potete darmi una spiegazione del titolo del disco? Cosa intendete per 'Devihate'? [Alberto] Sono felice che tu ci abbia fatto questa domanda: per noi il titolo di un album deve un po' essere lo specchio di ciò che contiene. 'DeviHate', odio deviato, malato. Malato non solo nel senso più paranoico del termine. L'odio è un sentimento dalle molteplici sfaccettature, può essere guidato da molte sensazioni. L'amore stesso può essere fonte di odio, può portare ad azioni e degenerazioni che si possono definire odio. I vostri testi mi sembrano davvero cupi ed angoscianti… chi se ne occupa? E di cosa trattano nello specifico? [Alberto] Per quest’album, a parte "Prometheus Purpureal" (scritta dal nostro ex chitarrista Andrea) sono stato io ad occuparmi intermente dei testi. Lo spunto per i testi sono sempre esperienze personali che poi vengono astratte e trasposte in immagini, in sensazioni. Ho sempre pensato che scrivere possa essere una forma di catarsi e forse proprio per questo per quanto mi riguarda le parole nascono sempre nei momenti più difficili della mia vita. Spesso credo che il dolore e l'angoscia siano una delle maggiori spinte per un artista. 'DeviHate' dal punto di vista lirico rappresenta per certi aspetti una prosecuzione di 'InnerScars'. Il dolore, dopo aver lasciato cicatrici indelebili lascia spazio alla rabbia, e all'odio come unico mezzo per rinascere. Quali sono i vostri prossimi obbiettivi in termini di date live e nuove release? [Mat] Vogliamo promuovere benone 'DeviHate' e suonare live il più possibile, soprattutto all'estero. Probabilmente è l'ambito che più ci appartiene ora. Stiamo programmando con la nostra agenzia di booking (TripleSoulBooking) qualche data in Germania e ci stiamo dando da fare per trovare qualcosa anche in Francia, Belgio, Svizzera, Austria. Per quanto riguarda la nuova release, ti posso dire che non vediamo l'ora di entrare in studio! Stiamo componendo da due/tre mesi e ci stiamo naturalmente evolvendo...Credo e spero di poter iniziare le registrazioni in tardo inverno. Il vostro rapporto con internet: alleato o minaccia? [Mat] Personalmente sono nel mezzo. Assolutamente è una manna dal cielo se consideriamo che potrebbe essere la nuova frontiera della promozione; con pochi soldi e molta voglia di sbattersi è possibile innalzare il primo gruppaccio thrash a nuovi paladini del metallo! E questo è anche il lato negativo della cosa; molte ciofeche escono e vengono prodotte, molte altre vengono addirittura considerate pura arte. La massa purtroppo decide e la massa compra. E credo che, almeno nell'ambiente metal, la massa sia piuttosto ignorante. Tutt'altro discorso in ambito post/hardcore/indie. Fate uno spot al disco: 'Devihate' è bello da comprare e da regalare alle mamme perché è… [Mat] Ricco di emozioni, sensazioni, immagini...sviluppa la creatività del vostro bambino, per farlo cresce forte ed insano! Provo a rubare il lavoro a Marzullo e vi invito a farvi da soli una domanda cui rispondere… [Mat] Perfetto! Non aspettavo altro! eheheeh...Bene, allora mi chiedo: Ritenete che in Italia ci sia arretratezza per quanto riguarda l'ambito musicale e metal in particolare? credete che ci sia poca propensione alla "novità" al "guardare al nuovo" ed invece notate che l'ascoltatore medio sia assolutamente fermo, immobile davanti a ciò che l'ambito musicale underground ed italiano propone in questi anni? Tutte domande assolutamente retoriche... [Alberto] Mi piacerebbe più semplicemente fare una domanda alla Marzullo a chi leggerà questa intervista: "Sei davvero felice?" Ok, vi ringrazio per la pazienza. Chiudete pure l’intervista come volete… [Alberto] Grazie a te per il supporto Oscar! Se vi va di dare un ascolto a 'DeviHate', potete trovare samples dappertutto: Myspace, Facebook, Last fm, Purevolume... Se invece vi va di bere una birra e scambiare quattro chiacchiere con noi, passate ad un nostro concerto! See ya on the road & stay DeviHate!

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