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JUGGERNAUT

I Juggernaut (da non confondere con gli omonimi thrashers americani anni '80/'90) sono un progetto italiano che abbiamo visto talmente tante volte dal vivo che abbiamo potuto osservare di persona la loro metamorfosi da postcore band con cantato screaming, ad una creatura multiforme totalmente strumentale capace di far coesistere il genere appena citato col jazz, swing, lounge, post rock, bossanova, progressive e death metal in un unico disco, ‘Trama’, che si fa prima ad ascoltarlo che a descriverlo. La data romana di spalla ai Soen ha fatto si che venissero scoperti ed apprezzati da Radio Rock, e le continue richieste di messa in onda da parte degli ascoltatori sono valse la partecipazione alla festa di compleanno della radio stessa che ha permesso loro di suonare di fronte ad un pubblico molto numeroso ed eterogeneo. Di questo ed altro ancora ne parliamo con Luigi Farina, chitarrsita della band.

Ciao Luigi. Chi sono i Juggernaut? Salve a tutti! Siamo i JUGGERNAUT e siamo un combo strumentale di Roma, quattro simpatici strumentisti con la passione per la musica a 360 gradi ed una forte propensione cinematografica. Ci piacciono tanto gli Opeth quanto Jobim, lo swing e il grindcore, Rohmer quanto i film con Mario Brega. Tutto questo proviamo ad inserirlo nelle nostre vite quanto nella nostra musica. Stiamo portando in giro per Italia e Europa il nostro ultimo disco 'Trama' uscito per Subsound Records, e ci sta dando una pachidermica quantità di soddisfazioni che al solo pensarci mi tremano le gambe.

Quali i motivi dietro la dipartita di Sasa' (ex vocalist), e la trasformazione in una band strumentale? Sono due aspetti che sono collimati quasi contemporaneamente. Il disamoramento di Sasa' per il progetto e la nostra voglia di uscire da un pantano artistico e logistico che un certo tipo di vocal (screams e growls in primis) irrimediabilmente ti portano. Volevamo provare ad uscire e a sondare anche ambienti non propiamente legati solo al metal, e adesso, col senno di poi, ci rendiamo conto che la cosa ha funzionato alla perfezione. Siamo migliorati come musicisti, come compositori e come performer. Il non avere vocal ci ha dato la possibilità di far cantare gli strumenti, ma soprattutto le idee compositive che ora sono al 100% al servizio dei brani senza il bisogno di doverle vestire di un abito che ci andava davvero troppo stretto.

Quali sono le vostre influenze, e come avete fatto a far convivere in un unico album tutti quei generi così disparati tra loro (postcore, jazz, swing, lounge, post rock, progressive). Siamo degli onnivori musicali. Abbiamo molti punti in comune, ma anche tantissime diversità e differenti propensioni. Alcuni di noi vengono dall'hardcore o dal metal estremo, altri dal rock progressivo e a volte ci siamo ritrovati a suonare swing e jazz per lavoro. Siamo tendenzialmente anche molto curiosi, e qualsiasi cosa ben fatta ci attrae e ne proviamo ad attingere l'essenza. Far convivere poi tutti questi aspetti è stato abbastanza naturale, ma non posso negare che il lavoro di limatura è stato faticoso ed estremamente attento. Quando ti approcci a far convivere il death metal e la bossa nova stai rischiando di perdere il focus del brano, l'intento che ti sta spingendo a scriverlo e cosa vuoi che comunichi e per questo 'Trama!' è stato scritto in tanto tempo, e prima di farlo uscire abbiamo atteso che tutti noi fossimo convinti e soddisfatti della resa. Questa attesa ci ha premiato a quanto pare!

Vi sareste aspettato il successo di critica avuto da 'Trama' (tra i migliori dischi del 2014 per Hardsounds)? Sapevamo di aver scritto qualcosa di interessante e diverso, ma anche per questo motivo sarebbero potute piombare tra capo e collo anche molte critiche. Devo ammettere che sia gli adetti ai lavori, sia il pubblico hanno compreso alla perfezione l'aspetto musicale e cinematografico del disco. Non abbiamo mai diffuso comunicati stampa con precisi riferimenti a compositori e registi che ci hanno ispirato, eppure ogni qualvolta è stata pubblicata una recensione ho letto nomi che pareva ci avessero spiato durante le sessioni in sala prove. Forse siamo stati bravi a palesarle in musica, ma devo ammettere che l'ascolto del disco è stato sempre molto attento e partecipato tanto da coglierne sempre ogni più sottile sfumatura.

Come è venuta fuori l'idea della storia che ruota attorno a 'Trama' (del giornalista che va a finire nella villa dei potenti), e da dove vengono fuori tutti quei simboli esoterici in copertina? Non avendo testi cantati atti a descrivere il fluire del brano e dei suoi cambiamenti dovevamo per forza trovare un metodo narrativo alternativo, anche solo per poter comunicare tra noi quattro in fase compositiva. Per ispirarci ci riferivamo ai diversi momenti dei brani come farebbe uno scenggiatore con la sua troupe ("ora il protagonista si siede a tavola e..." - "...arriva il momento di entrare nella stanza e fare la conoscenza di..."). La storia è venuta fuori tramite le prime composizioni scritte che subito ci suggerivano che uno scenario del genere si sarebbe adattato alla perfezione. Il tutto poi ha ispirato la scrittura degli altri brani e soprattutto il bravissimo Francesco Viscuso che è l'autore di tutto il concept grafico che, avendo gia' uno stile che ci ha sempre affascinato, ha potuto far esplodere 'Trama!' anche a livello visivo. Francesco ha fatto una lunga ricerca di elementi storici e giornali d'epoca tra rigattieri e materiale di cui era già in possesso, a cui ha unito il suo stile unico e analogico che lo contraddistingue da sempre e per il quale è molto stimato.

Raccontateci degli aneddoti relativi alla tournée europea appena conclusa e dei tanti concerti che state facendo in italia. Qualsiasi band ha badilate di aneddoti da raccontare quando è in tour, e tocca districarsi tra quelli che si possono e quelli che non si devono raccontare. L'esperienza di Berlino è stata a tratti surreale: suonare all'ottavo piano di un grande atelier di artisti di carattere grafico/visuale è stato un po' come trasformarsi in un'installazione. Sicuramente uno dei concerti piu' strani che abbia mai fatto in vita. Un'altra cosa che mi piace raccontare è quella a Colonia, quando abbiamo partecipato all'EUROBLAST, un festival dedicato a band progressive, djent e sperimentali tramite cui abbiamo condiviso il palco con band enormi. Il festival è durato tre giorni e quando ho saputo che i CYNIC avrebbero suonato il giorno dopo il nostro non nego di aver rosicato parecchio, ma poterseli godere la mattina dopo, durante il soundcheck, praticamente in un concerto privato nella venue vuota, presenti solo i fonici, un cappuccino nella mano destra e gli occhi pieni di lacrime dall'emozione. Un gruppo che personalmente mi ha cambiato la vita. 

Come è venuto fuori l'interesse spasmodico di Radio Rock nei vostri confronti? Quando ci è stata data la possibilità di aprire il concerto dei Soen, ci è stato anche chiesto di andare negli studi di Radio Rock per fare un breve set live e un'intervista. Penso che la scintilla sia scattata proprio in quella occasione. Giuseppe Lomonaco e Stefano Valvo rimasero folgorati dalla nostra esibizione, e hanno scommesso su di noi. Il pubblico ha fatto il resto, le richieste per i nostri brani non smettevano di arrivare anche dopo mesi dal concerto e loro ci hanno continuato a passare con grande piacere, dandoci la possibilità di suonare davanti a migliaia di persone durante la mega festa di compleanno della radio tenutasi a Villa Ada a Roma. Per una band strumentale e di nicchia come la nostra tutto ciò è quasi surreale.

Come si lavora con Valerio Fisik (ex Inferno) in studio di registrazione? Valerio...o come ci piace chiamarlo, Ravelio, è stato un fonico, un produttore, uno psicologo, un'ispirazione, ma è anche un amico che crede in noi, che ci ha sopportato tutte le volte che abbiamo discusso tra armonie, settime maggiori e minori, pedali da usare e bpm e ripetizioni di figure ritmiche. Siamo abituatissimi a lavorare con lui, e lui è abituatissimo ad avere a che fare con noi e i nostri deliri. Un gran professionista e un attento conoscitore dei musicisti che produce.

Siamo alla fine. Vuoi aggiungere qualcosa? 'Trama' sta continuando a darci grandissime soddisfazioni e continuiamo a suonarlo ovunque ci venga richiesto. Moltissime ancora le date italiane da fare, isole comprese, e poi a settembre contiamo di ripartire per un altro tour europeo. Il disco nuovo lo iniziamo ad immaginare e alcune idee sono state già buttate giù, ma è ancora tutto in fase embrionale. Ci piace pensare che siamo dei perfezionisti, ma forse siamo solo lenti (ride. ndr). Nel frattempo, però, ci stiamo cimentando in un'esperienza per noi del tutto nuova: abbiamo musicato le tre stagioni di un libro fotografico di carattere naturalistico dedicato ai lupi del bravissimo Bruno D'Amicis. Il libro si chiama "Tempo da lupi", e questa commistione di immagini, musica e parlato la porteremo in giro per teatri in un'inedita versione acustica e lounge. Siamo davvero emozionati. Infine, grazie Igor a te ed a tutto lo staff di HARDSOUNDS per averci sempre supportato, e per avere sempre supportato tutta la musica che promuovete. Applausi!

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