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GHOST

Corposa intervista con i GHOST, che fanno dell’anonimità e dell’eclettismo musicale la loro bandiera. Meritatamente sulla bocca di tutti, la strada della band svedese è ben spianata verso il giro grosso; godetevi la chiacchierata. Dunque, benvenuti in Italia. Anzi, all'inferno vista la temperatura di oggi (risate)! Siete nella terra della Chiesa e del Vaticano, che sensazioni provate quando siete qui, voi che avete un Papa e un'immagine "satanica"? Uhm, non è che pensiamo molto a queste cose in realtà, abbiamo dell'altro in mente; la band è in parte italiana, quindi abbiamo molta influenza del vostro paese nelle nostre vite, il cibo, la musica, i film... Quando fai una cosa tutti i giorni e ci sei immerso dentro come noi, a un certo punto perdi di vista la cosa, diventa un'abitudine, e quando la gente reagisce in una certa maniera siamo tipo "Ehm? Ooh, ok, capito, la nostra immagine!". Personalmente sono un appassionato di musica oscura e "satanica" da quando sono adolescente e anche prima, quindi per me ha un po' perso l'aspetto controverso. Non sono stupido, so che è controverso il tutto, ma facendolo tutti i giorni cominci un po' a perdere questa visione... È uno spettacolo, alla fine.... Esatto! È uno spettacolo, quindi diciamo che quando veniamo in Italia non è la prima cosa a cui pensiamo, ma chiaramente se me lo chiedi, quando abbiamo iniziato a parlare...Quello che cerchiamo di replicare, la simbologia solenne, viene tutto da qui. Noisey ha realizzato un paio di documentari sulla band, e abbiamo notato che Papa Emeritus II parla in italiano, desumo quindi che sia di origini italiane... Si, esatto. E a proposito di questi documentari, sono poco music-oriented, soprattutto quello su Las Vegas, credi che possano portare via qualcosa dall'aspetto musicale, distogliere l'attenzione dalla vostra musica? Di solito quando si fanno documentari sulle band, e ogni band lo fa...ognuno è differente, poiché normalmente i gruppi vengono rappresentati dai loro componenti individuali. Ma per un gruppo come noi è tutto molto più complicato. Ogni band fa il suo making of del disco in studio, noi non possiamo farlo perché...per ovvi motivi! Non possiamo fare le cose ordinarie che ti aspetteresti da qualsiasi altra band, o comunque la maggior parte non possiamo farle! Quindi o non facciamo nulla, che da un punto di vista artistico è estremamente rispettabile, ma da un punto di vista commerciale...

È un suicidio (lo diciamo all'unisono). Quindi dobbiamo trovare la via di mezzo, in cui resti visibile, presentando al tempo stesso qualcosa che sia rappresentativo di quello che fai. A volte funziona, a volte no, è parte del gioco, ma personalmente preferisco quando la cosa è legata all'arte piuttosto che inventarsi le cose (risate). Ho sempre pensato che i vostri arrangiamenti siano estremamente intelligenti e eclettici. Quali sono quindi le vostre influenze come band, e quali sono le tue influenze personali? Personalmente ascolto un sacco di cose, e sono sempre stato...così eclettico. Crescendo le mie preferenze gravitavano verso il metal, anche estremo, ma sono sempre stato un grande fan della musica degli anni '60 e '70, colonne sonore, la musica in generale! Diciamo che non sono mai stato un grande ascoltatore della radio, ma crescendo assorbivo comunque quello che trasmettevano. Ed essendo cresciuto negli anni '80 ho assorbito prevalentemente quello, la pop, la disco, e anche negli anni '90. Quello che mi ha fatto sentire estremamente libero nei Ghost è che finalmente potevamo combinare tutti questi elementi; sicuramente non abbiamo mai pensato di metterci a fare eurodisco, ma non ci vergogniamo a mettere un bel ritornello pop e avere comunque un'intro da Necrophagia, se può avere senso (risate). E probabilmente i defender accaniti del prog diranno che sbaglio, ma credo che la nostra musica abbia un sacco di elementi prog, perché ne ascoltiamo molto! Ma ci piace anche avere i ritornelli pop, quindi diventa una cosa tipo PFM, immagino (risate). Tipo "Year Zero". Col riffone e la batteria disco è favoloso! Ahahah, si, però l'avevano fatto anche i Mercyful Fate (risate). Avete realizzato un bel po' di cover, alcune delle quali raccolte nell'ultimo EP 'If You Have Ghost'. Ho notato che sono tutto cover conosciute, ma non troppo famose, tipo quella degli Abba. Come le scegliete? Come ti dicevo prima ascoltiamo tantissima musica in generale, abbiamo sempre in mente cover che potremmo fare, sin da quando ci siamo formati! Adesso ne parliamo anche più spesso, del tipo 'ehi, forse dovremmo fare questa canzone', qualcosa che sia rappresentativo. Ci sono delle cose che non possono mancare, dobbiamo rendere la canzone. Non necessariamente migliore, ma dobbiamo farla nostra, ci deve essere qualcosa nel brano che possiamo cambiare mantenendo ovviamente l'integrità della canzone. Ovviamente i fan dei Beatles avrebbero da ridire e penseranno che abbiamo distrutto "Here Comes The Sun" (risate), ma io stesso sono un fan dei Beatles e credo che la nostra versione sia valida! Ma deve esserci qualcosa che possiamo rendere più interessante, deve funzionare all'interno del set, deve aggiungere qualcosa al nostro repertorio. Anche se magari non suoneremo mai dal vivo "Waiting For The Night" perché non è molto live friendly come brano. Funzionerebbe all'Hammer Of Doom, un festival doom, ma suonare un brano di 6/7 minuti così per il nostro pubblico probabilmente sarebbe un sonnifero (snoozefest Ndr). Ora come ora, ad esempio, stiamo lavorando al nostro terzo disco e speriamo di poter avere un disco con 10 brani e magari 5 cover e qualche b-side, aggiungi 16 brani al tuo repertorio. Abbiamo già raddoppiato il nostro set con il secondo disco, ma è ancora prevedibile, possiamo cambiare l'ordine dei brani, ma sono sempre quelli, quindi più materiale hai più sei interessante per chi viene a vederti. È questo che a me piace delle cover, è un po' come essere uno chef e trovarsi, che so, in una cucina francese e prendere altri elementi. Per dirti, sono stato a New Orleans in un ristorante italo-creolo, che mischiava i piatti delle due cucine... Wow! Si! Forse è un po' estremo come paragone, ma è per farti capire il concetto di mischiare le due cose. E i piatti erano buonissimi, erano sempre italiani, ma con una forte connotazione creola. Hai il meglio di dei due mondi! Esatto! Ed era proprio quello che potevi aspettarti di trovare a New Orleans. Quindi è un po' quello che facciamo noi con le cover, anche a livello di testi, abbiamo sempre scelto brani in un determinato contesto che, pur non essendo le nostre parole, sembrino comunque parole di Papa. "I'm A Marionette" per esempio è un testo che potrebbe tranquillamente essere cantato da un personaggio come lui. Lo stesso vale per "Here Comes The Sun"... "Crucified"... Anche, ovviamente! Sono tutti brani che hanno una certa oscurità, un senso di mancanza. Odio usare la parola "amarezza", diciamo che è come se ci fosse una cicatrice, una cicatrice interna sulla quale si muovono questi brani. E ha sicuramente a che fare anche con i nostri gusti e quello che facciamo, lo scegliere brani di questo tipo. Sono sempre stato affascinato dalle copertine dei vostri dischi. Ognuna di esse è chiaramente ispirato a un film diverso, è una cosa che continuerete a fare? Forse! Ancora non lo sappiamo. Stiamo lavorando ora al terzo disco, abbiamo appena iniziato a parlarne, e ci siamo anche chiesti questa cosa qui. Capisci, non è divertente se devi farlo per forza; ricordo chiaramente quando ci è venuto in mente di fare questa cosa per ognuna delle tre copertine, è sempre stata l'ispirazione del momento, del tipo "guardiamo un film, Amadeus, oooh Amadeus, che figata, sarebbe perfetto per una copertina!" e così via, non è che ci siamo messi a cercare apposta o altro. Essendo una band estremamente teatrale e soprattutto molto dedita all'anonimato, è difficile mantenere quest'ultimo aspetto, tra il tour bus, i camerini e tutto il resto? Considerando anche che siete una band sempre più esposta. La cosa più difficile è la strada dal bus al locale! (risate) Non avete paura che qualcuno spifferi qualcosa? Oh, succede a volte. In realtà siamo sorpresi noi stessi che sia rimasto così 'segreto' per così tanto tempo, pensavamo che già tre anni fa la gente avrebbe saputo tutto su di noi. Questa cosa ha sicuramente i suoi vantaggi, ma credo che nell'eventualità che la cosa non sia più segreta, ciò che potrebbe danneggiare la band non sarebbe tanto l'outing in sè, quanto come noi lo potremmo gestire. Se dovesse diventare tutto pubblico, non per quel motivo smetteremmo di usare le maschere eccetera, continueremmo ad avere i ghoul anonimi. Diciamo che non faremmo combaciare le nostre personalità "quotidiane" a quello che stiamo costruendo con i Ghost, e in ogni caso non siamo così interessanti. Ahahah...
Qualcuno del gruppo ha già anticipato che probabilmente ci sarà un terzo Papa... Si... Credi che la cerimonia avverrà nella vostra città natale Linköping, come per la precedente? Probabilmente, vedremo! Vedremo come succederà; a un certo punto tra adesso e l'uscita del nuovo disco ci sarà un nuovo Papa, e per ragioni pratiche e logistiche è meglio farlo a casa. Normalmente Linköping non è compresa nei tour, è semplicemente una di quelle città che non seguono le rotte dei tour, quindi la incorporiamo se possibile nel caso di eventi speciali. Ma per rispondere alla tua domanda, diciamo molto probabilmente. Ogni Ghoul è associato a uno degli elementi, vento, fuoco, aria eccetera, è una cosa voluta, o scelta a caso? Qual è la logica? È basato sullo strumento suonato, ad esempio basso e batteria sono gli elementi più "terreni", sono la base, mentre tastiere e chitarre sono elementi più quintessenziali, più volatili. Questo in breve...(risate). Credi lavorerete ancora con Dave Grohl? Mai dire mai! In generale una cosa che abbiamo imparato, e che le band imparano lavorando con vari produttori, è che non è sempre un successo garantito solo perché quel produttore ha fatto successo con altri. Dave ovviamente non è un produttore propriamente detto, è un musicista ma è molto bravo a produrre comunque; con noi ha funzionato bene, ma a volte senti un disco e dici 'cazzo, che suono magnifico!', poi fai mixare il tuo disco alla stessa persona e paaaaaaaaa, sounds like shit! Prendi Mike Clink ad esempio, ha fatto 'Appetite For Destruction', dovrebbe poter fare qualsiasi disco no? E vendere milioni di copie! Ma cosa ha fatto oltre a quello? Dimmelo tu (risate). Non ha fatto granché! Aveva cominciato a fare '...And Justice For All', ma non è arrivato alla fine del progetto. Non è mai una garanzia lavorare con tale o talaltro. Devi considerare che potrebbe non funzionare bene. È questione di chimica. Esatto! Solo perché qualcuno ha fatto un disco figo 30 anni fa non ti garantisce che ripeterà il miracolo. Lavorare con Dave è stato divertentissimo, è un bravo ragazzo pieno di talento, ma non c'è niente di pianificato al momento. Poi veniamo a questo punto interrotti dall'inflessibile tour manager (in realtà già fin troppo generoso a concederci del tempo in più, viste le risposte loquaci dell'intervistato), "Time's up!", e ci congediamo lasciando i Ghost a chissà quale oscuro rituale pre-concerto (forse la cena)...

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