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EVERSIN

Abbiamo scambiato qualche battuta con alcuni componenti degli Eversin, il chitarrista Giangabriele Lo Pilato e il batterista Danilo Ficicchia. Ecco il risultato, che mette in evidenza il lavoro serio di una band che si mette sempre in gioco e non si perde in orpelli. L'essenzialità del thrash, anche nel sottolineare gli aspetti negativi di una scena molto frammentata come quella italiana.

Ciao ragazzi. Iniziamo del titolo della vostra recente fatica, 'Trinity: The Annihilation'. Ci sono collegamenti tematici con i predecessori? Giangabriele: Non proprio. Il disco precedente era incentrato sulla guerra e sulla figura dell’uomo all’interno e come fautore di essa. Per il nuovo disco ci siamo spostati su un qualcosa di più vicino a livello cronologico analizzando ciò che sta alla base della volontà dell’uomo di sostituirsi a Dio, fino a creare il mezzo eccellente per l’autodistruzione, la bomba atomica. L’uomo che si crede un dio nuclare.

Chi di voi si occupa dei testi? Verso quali altri ambiti vi potreste muovere? G: Fino ad oggi i testi li ha sempre scritti Ignazio (bassista), ma non è da escludere che in futuro potremmo tutti dargli una mano. Non posso dire oggi verso quali ambiti ci muoveremo in futuro, ma di sicuro il materiale non manca. Basta accendere la TV e dare un’occhiata ad un qualsiasi TG.

Dal punto di vista musicale abbiamo notato un sound imponente e senza precedenti se confrontato con gli altri dischi. Siete stati tutti concordi, oppure ci sono state alcune piccole tendenze alla melodia che avete subito pensato di eliminare? G: Il disco è nato così come lo puoi ascoltare, non è stato modificato praticamente nulla. Non siamo una band che scrive 12-13 brani per poi scartarne la metà, o che passa il suo tempo a modificare le canzone scritte. lo troviamo alquanto dispersivo. Non siamo nemmeno contro la melodia, anzi, ma abbiamo sempre pensato che la melodia deve essere un qualcosa che arricchisce la canzone non che la caratterizza dall’inizio alla fine. Non amiamo i ritornelli melensi e mielosi. La melodia deve essere bene usata, sennò si rischia di cadere nel melenso…se ascolti il 99% dei gruppo power capirai cosa intendo.

Che contributo è stato quello di James Rivera e Glen Avelais? Le band da cui provengono hanno sicuramente dato molto agli Eversin... G: Sono due professionisti di una classe e di una umiltà fuori dal comune. Gente davvero in gamba. Di sicuro sia gli Helstar che i Forbidden sono band molto amate dagli Eversin, ma se intendi la cosa a livello di influenza musicale tra i due gruppi forse sono i Forbidden ad averci più influenzato nel corso degli anni…

So che è come scegliere tra due figli: tra le vostre canzoni più rappresentative, preferite "Chaosborn" o "Nightblaster"? G: "Chaosblaster"! [ride, ndr]. Amo "Nightblaster", ma trovo che "Chaosborn" sia una spanna superiore, molto più completa, più trascinante e decisamente molto più devastante. D: Decisamente "Chaosborn", visto che è il brano in cui sono presente [ride, ndr], Senza nulla togliere a "Nightblaster"... 

Dei tempi in cui vi chiamavate Fuoco Fatuo cosa ricordate con affetto? Avete invece qualche rimorso? G: Uhm, ricordo con molto affetto l’uscita di 'Tenebra’s Dream'. Eravamo poco più che 18enni e l’aver realizzato un bel prodotto ci aveva elettrizzato. Ricordo le recensioni molto positive, anche se onestamente,oggi, riscontro molta inesperienza ed immaturità in quei brani. Rimorso? No, è giusto che la cosa si sia svolta come si è svolta. Tutto ha un suo tempo ed una sua età.

Dal punto di vista tecnico, qual è la strumentazione perfetta per ottenere un durissimo album thrash? G: La cosa fondamentale è avere un proprio suono, un proprio trademark. Le band di oggi suonano tutte allo stesso modo perché fanno i dischi con il computer. Reamp, plugin, trigger e menate varie. Ciò che contraddistingue una band è il suono, un suono proprio, curato, potente, ma non laccato e finto. D: Avere dei buoni strumenti di base fa già tanto, poi il sapere dare personalità a ciò che si suona è quel qualcosa che rende ancor più particolare il sound. Inoltre è importante soprattutto l’avere le idee chiare su come si vuole ottenere una certa potenza. In questo caso abbiamo realizzato qualcosa di veramente potente proprio come volevamo.

Come deve comportarsi un'etichetta metal? Pensate sia essenziale o capite i vari gruppi che decidono di far tutto da soli? La My Kingdom Music vi sta supportando bene? D: Penso che un'etichetta sia fondamentale per avere una maggiore visibilità e, a meno che all'interno del gruppo non vi sia qualcuno che sappia come muoversi...ma non penso sia facile, soprattutto al giorno d'oggi. G: La MKM è una signora etichetta. Francesco è una persona seria che crede in ciò che fa e nelle band che mette sotto contratto. Ci sta supportando davvero ottimamente.

È difficile suonare metal al Sud Italia? C'è invidia tra i musicisti? D: Invidia è dir poco, purtroppo non siamo in quei paesi dove si pensa che collaborare sia una buona cosa. Riguardo alla difficoltà di suonare metal al Sud Italia, penso che sia difficile in Italia in generale, figuriamoci qui al Sud. L'Italia non è un paese fatto per il Metal. G: C’è solo invidia tra le band. Suonare Metal in Italia è un’impresa. Malelingue, falsità e pettegolezzi. Se una band suona lo fa perché paga, o perché è raccomandata, mai perché vale.

Tra i gruppi con cui avete suonato quali si sono comportati meglio con voi? Quali invece i comportamenti che vi danno fastidio da parte dei vostri colleghi nei concerti (si dice il peccato ma non il peccatore)? G: Ci siamo trovati molto bene con i Death Angel, con i Megadeth con i Carcass. Non ricordo comportamenti particolarmente fastidiosi. Qualcuno che si atteggia a rock star l’abbiamo trovato, ma casualità era italiano. D: Da quando faccio parte della band, a tutte le manifestazioni a cui ho preso parte, non ricordo di aver mai avuto una qualche discussione o roba simile. Ah si, a parte quel tizio (italiano) di cui parlava Gianga, ma pazienza, lasciamo scivolare!

Come mai vi vogliono così bene in Turchia? G: Semplicemente perché ci hanno accolto senza paraocchi e senza preconcetti. Ci hanno conosciuto per ciò che siamo, una band che ama stare sul palco e che lo fa dando il massimo. D: Pur non conoscendoci hanno apprezzato la nostra musica, e da questo puoi già notare la differenza di mentalità con l'Italia. E stiamo parlando solo della Turchia, ma posso dire con fierezza che la Turchia non è la sola ad amarci così.

I tre dischi thrash del 2015 che avete ascoltato di più G. Onestamente non seguo molto le nuove uscite. Ho ascoltato molto l’ultimo Exodus, poi molta roba degli anni ’90, come Chaos AD, The Gathering o Divine Intervention. D: Per adesso mi sembra sia uscito solo Trinity:The Annihilation. Appena ne usciranno altri ti faró sapere [ride, ndr] 

Programmi per il futuro? G: Ci concentreremo subito dopo l’estate sulla composizione di nuovo materiale, e nel 2016 torneremo sul palco.

Chiudiamo con un consiglio a un quindicenne con la maglietta degli Slayer che vuole fondare una band. G: Non suonare cover e ascolta gli Eversin!!! D: Riempirsi le orecchie e la testa di buona musica, e prendere spunto per crearsi la propria, magari iniziando appunto dagli Eversin!

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