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DRACONIAN

La Svezia è una terra talmente piena di storie oscure e misteriose, che ha avuto nella musica rock e metal la voce più influente ed attendibile. E da queste terre provengono i Draconian, che continuano questo percorso musicale che contempla il contatto profondo con l’anima dell’ascoltatore, ed entra nei loro corpi con il solo scopo di raggiungere il lato più nascosto di ogni persona. La storia dei Draconian continua con la pubblicazione del nuovo album chiamato ‘SOVRAN’, che include in sé alcune importanti novità e spunti interessanti, che mettono i Draconian nei più alti livelli del dark metal. Ne parliamo con il fondatore della band e mastermind di queste storie oscure, Anders Jacobsson.

Ciao Anders e benvenuto su Hardsounds.it. Innanzitutto, spiegaci brevemente la vostra storia musicale e gli obiettivi che vi ponete sotto il nome “Draconian”. Grazie. La nostra storia musicale inizia nel 1994 sotto il nome Kerberos. Johan e gli altri ragazzi avevano intorno ai 15 anni, ed erano amici e compagni di scuola di mia sorella. Questo è il modo in cui li ho conosciuti. Stavo cercando una nuova band, dato che avevo lasciato la mia precedente band chiamata Measureless, e i Kerberos avevano bisogno di un cantante. Per prima cosa, abbiamo iniziato come una band di black metal melodico dal nome Thaumiel; ma col passare del tempo ci siamo focalizzati più sui Kerberos, e abbiamo cambiato nome in Draconian agli inizi del 1995, se non vado errato. Il sound che stavo cercando era qualcosa di più melodico, con atmosfere che diventavano il riassunto di quelle storie oscure che tu prima hai menzionato. Era la piattaforma che ho sempre voluto e che mancava nei Measureless. Questa è emersa da quando abbiamo registrato e pubblicato il nostro primo demo ‘Shades Of A Lost Moon’. Quello che stavamo facendo, da allora in poi si è sviluppato e si è maturato strada facendo. Ed ora siamo una delle poche band conosciute nel panorama metal che ancora proseguono decisi sulla strada del “gothic doom” con le voci che hanno il ruolo di “Beauty and the Beast”.

Alla fine di ottobre è stato pubblicato il Vostro nuovo album ‘Sovran’. Qual è il significato e i temi principali che l’album affronta? Se ho capito correttamente la tua domanda, l’album cerca di scavare nei lati più misteriosi della nostra mente, l’arena oscura dove le cose si fronteggiano, le cose che determinano la nostra vita in molti modi, e di cui siamo ancora a malapena consapevoli. ‘SOVRAN’ (il titolo dovrà sempre essere in lettere maiuscole) è colui che, dall’alto, manovra l’ego; l’Unica energia che connette l’universo, il continuum spazio-temporale dove noi siamo la pura e semplice energia che in questo spazio si manifesta, solo per un momento, esplorando la vita e ciò da cui sorge. È un processo culturale. E ci credo fortemente. Durante i quattro anni dal nostro album precedente c’è stata molta tribolazione e un duro lavoro. Attraverso le difficoltà o le gioie, realizzo che tutto poi torni verso l’amore e l’energia che ci arricchisce. Io credo che ogni volta che tu piangi a causa delle difficoltà, la tua anima canti. Nessuno dice che sia una cosa facile trovare se stessi nell’oscurità, ma l’oscurità è un momento critico sulla strada che si pone davanti a te. L’album racconta diversi aspetti di queste tematiche, e come ci relazioniamo alle nostre prigioni umane in questo vasto spazio cosmico.

Con ‘SOVRAN’ state seguendo un percorso musicale che, con il precedente ‘A Rose For The Apocalypse’, consiste in una produzione che rende i suoni più puliti e freschi, confrontati con I passati lavori della vostra carriera. Questa è una scelta della vostra etichetta, o è un modo vostro di rendervi più accessibili nei confronti di nuovi potenziali sostenitori? Sì, abbiamo usato più o meno la stessa produzione per gli ultimi tre album. La mia produzione preferita rimane per ‘Turning Season Within’, a dispetto del nostro ultimo album. Penso che sia stata una grande svolta per noi quando abbiamo iniziato a lavorare nei Fascination Street Studios. Avevamo finalmente avuto i fondi necessari per lavorare con alcuni tra i più affermati produttori metal in Europa, e tutto questo a poche ore di auto da casa. Eravamo davvero felici con ‘Turning Season Within’ e lavorare in modo così professionale ti permette di non poter tornare indietro da lì. Apprezzo molto e mi tengo cari i tempi delle vecchie ma non sagge produzioni, dove penso che i Draconian abbiano tirato fuori alcune fantastiche canzoni. Tuttavia, non eravamo molto felici del lavoro di produzione dei primi 3 album, incluso ‘The Burning Halo’. Ricordo allora che volevamo lavorare con gli Academy Studios in Inghilterra, ma non avevamo fondi. L’etichetta può avere un’opinione, un suggerimento, ma abbiamo sempre avuto la fortuna di lavorare in modo libero, e loro raramente ci hanno interferito nelle nostre decisioni.

Copertina di 'SOVRAN', ultimo album dei Draconian

Questo è il primo album con la nuova voce femminile, la sudafricana Heike Langhans. Ci sono state delle motivazioni particolari che hanno spinto ad interrompere il rapporto con la precedente cantante, Lisa Johansson? Lisa era mentalmente esausta da tutto il suo lavoro, sia professionalmente che nella sfera personale. Il suo cuore non era perfettamente in lei, dava voce a delle preoccupazioni, e innescando infine una piccola battaglia con sé stessa. Penso che quando lei ci ha finalmente chiesto di uscire dalla band, sia stato un grande sollievo per lei. Vedi, Lisa è una persona molto dolce, anche se poco controllabile; ed ha odiato l’idea di mettere la band in questa situazione, ma è stata l’unica cosa giusta da fare. Purtroppo, personalmente non ho più parlato con lei da quando ha lasciato la band, ma so che sta ancora cantando e questa per me è la cosa più importante.

Ascoltando la voce di Heike, sembra di ricordare molto la voce di Sharon Den Adel. Avete timore che possa essere spacciata come un suo clone? Non ho timore di ciò, bensì può essere un vantaggio; ma questa è una domanda molto comune e Heike è già stufa di ciò (ride). Potrei non essere sorpreso se qualcuno provasse a mettere queste due donne insieme per un progetto. Il che sarebbe un po’ bizzarro (ride di nuovo).

In poche parole, qual è la differenza principale tra Lisa Johansson e Heike Langhans? Beh, loro hanno range diversi. Heike è un po’ delicata, molto emozionale, passionale e sensibile. Anche Lisa lo è, ma lei è più esperta e la sua voce suona un po’ più stagionata e provata. Lisa provava spesso a trovare sé stessa in questo stile musicale, e penso che lo abbia fatto sino all’ultimo giorno. Non sono un esperto nel comparare le voci e da quando faccio parte della band è persino oggetto un po’ di confusione, ma Heike è un grande rinforzo, perché può fare ciò di cui ha bisogno e con tanta passione.

Heike Langhans

Parlando di te invece, il tuo livello di growl è rimasto su livelli qualitativamente elevate, e dando continuamente quel tocco dark che da sempre ti, e vi contraddistingue. Wow! Grazie molte. Sono davvero contento che la gente non abbia nulla in contrario su questo, perché ho lottato davvero con la voce in questo periodo. Non ho provato e la mia voce non era in forma. La mancanza di pratica e il distacco di quattro anni tra un album e l’altro provocano questo, specialmente se non sei la persona più sana del mondo. È stato un ottovolante emozionale ma sono grato che siamo tutti insieme alla fine. Se avessi registrato le voci ora tuttavia, sarebbero riuscite un po’ meglio.

Riguardo alla struttura musicale ed alla prestazione dei tuoi compagni, quali sono gli aspetti che tu pensi siano I più interessanti? Secondo me, sempre ascoltando l’album, questa produzione fresca ha fatto in modo che tutti i musicisti siano molto presenti tra di loro e il loro suono sia ottimo ed orecchiabile…Molte delle strutture musicali di quest’album sono molto semplici. Prendi “Heavy Lies The Crown” per esempio. È in linea di base come due canzoni indistinguibili, che hanno liriche diverse. Ma che poi si adattano e colpiscono nel segno per un motivo. Che è per me la parte più interessante e di maggior soddisfazione: il feeling che si sente quando mi siedo con Johan (Ericsson, il chitarrista, ndr) e qualcosa si scontra andando dritta al cuore. Abbiamo molte canzoni come quella che non abbiamo registrato o concluso. Inoltre un altro aspetto è quando il lavoro prende vita durante il mixaggio.

Pensi che, in futuro, ci sarà ancora spazio per un album che ricordi l’inquietudine di ‘Arcane Rain Fell’, e canzoni dall’approccio funereo e tagliavene come “Death, Come Near Me”? O pensi che anche in ‘SOVRAN’ esistano canzoni che in un certo senso richiamano quegli stili? Lo spero. Mi piacerebbe molto e credo di poter parlare di questo a nome di molti fans. Per il resto della tua domanda, non sono così sicuro. Credo che “The Marriage Of Attaris” potrebbe essere un buon contendente, se fosse stata una paio di minuti più lunga. Mi accorgo che il suono che abbiamo ha la sua lunghezza d’onda, e che ci permette di galleggiare lungo le cose e gli spunti che raccogliamo. Ma ad essere onesti, uno sviluppo più cosciente per il nostro prossimo album sarebbe il massimo

Pensi che il vostro stile musicale, che se volessimo etichettarlo, potrebbe inserirsi in quel genere associabile ad un doom con sfumature gothic e dark, possa ancora adesso avere un senso, come lo aveva negli anni ’90 con la nascita di band che ne hanno fatto la storia? Lo credo, e specialmente ora quando così tante band hanno cambiato direzione, o addirittura si sono sciolte completamente. Ma in questo attuale periodo sembrano rifiorire vecchie band che si riuniscono tornando indietro al loro vecchio sound. La buona musica è la buona musica, e considerando ad esempio tutto lo stoner rock in stile anni ’60-70 che c’è intorno, possono esserci band come noi che inneggiano al sound gothic-doom in stile anni ’90. La sola differenza è che noi abbiamo vissuto gli anni ’90, quindi non abbiamo bisogno di un’immagine. 

Quali sono le band e gli artisti che, come voi, possono ancora dire la loro in questo genere musicale? Senza alcun dubbio I My Dying Bride. E lo hanno dimostrato nel loro ultimo album, finora uno dei migliori di quest’anno. Ma devi sapere che esistono tante band e noi tutti abbiamo le nostre preferenze. Mourning Beloveth è una band che mantiene in modo vero il sound britannico degli anni ’90, e anche i miei amici Weeping Silence lo fanno splendidamente, e pendono ancora molto sul lato gothic. Napalm Records è stata molto generosa provando a farci tornare al centro della scena, ed una delle ragione è, di nuovo, che noi siamo delle band conosciute in questo genere che ancora sventolano la bandiera del romanticismo oscuro.

Attualmente, quali sono I tuoi principali ascolti, le band che stai seguendo? E quale band proponi di ascoltare? Non sto seguendo delle band attualmente in modo così frenetico. Non in generale. Sto seguendo I Marillion con I side-project, I Porcupine Tree e tutto ciò che fa Steven Wilson. In questi giorni sto ascoltando un sacco di musica psych e stoner, come i Colour Haze, Dead Meadow e Black Angels. Non c’è bisogno di ricordarti che sto seguendo i Crippled Black Phoenix, che sono definitivamente tra le mie 5 top band di sempre. Stanno per incidere un nuovo album, ‘A New Dark Age’, che ho avuto il privilegio di ascoltare. È davvero brillante. Questi ragazzi mi lasciano senza fiato.

Anders Jacobsson

Voi provenite dalle fredde terre scandinave. Certamente le vostre origini vi danno delle ispirazioni particolari nel comporre le vostre liriche e la vostra musica. Quali sono le caratteristiche che più si avvicinano alla vostra musica e, in generale, allo stile dark-gothic? La tua domanda è legittima, ma non sono sicuro sia completamente corretta. Lasciami spiegare un attimo… Dentro la mia mente e nel mio cuore c’è sempre stato un senso di stupore, un’autoconsapevolezza spesso esagerata: riguardo a me stesso, al mondo, ciò che sento e perché lo sento. Non sono un introverso, nonostante ciò sono considerato una persona scontrosa e non sempre mentalmente stabile, e mi piace scrivere. Prendo spunto dalle poesie scritte durante l’età del Romanticismo, e che probabilmente suonano bene riassettandole in stilemi della musica gothic e doom metal. Per me il Romantici sono i primi doomster della storia e i primi sostenitori della sensibilità sociale. Sicuramente il clima di queste parti ci ispira, che ci piaccia oppure no. Ma sono uno dei pochi che usa il freddo e l’oscurità come ispirazione. La sola cosa che è il motivo della mia creatività tuttavia è vivere in questa terra, queste energie mi danno la forza per andare avanti.

Inoltre avete un buon seguito anche in paesi che sono generalmente più miti e caldi. Segno che i vostri fans che provengono da queste terre calde desiderano accogliere sensazioni decisamente più fredde…Vero, molti fan che incontriamo in paesi caldi come Israele o Messico sono invidiosi di noi che viviamo in Svezia proprio a causa del clima. La gente di questi paesi soffrono il caldo. E qui è la stessa cosa ma dal lato opposto. Ma io preferisco il freddo più del caldo, in qualsiasi giorno. È più controllabile.

Nella vostra esperienza in tour, quale pubblico vi ha dato le maggiori soddisfazioni? I popoli freddi del nord Europa, o i fans più caldi provenienti da atmosfere più estive? Credo i secondi, in linea generale. Quando abbiamo suonato in Israele la gente è stata enormemente ospitabile ed accogliente, molto dedita alla causa. Poi ci sono paesi come Ucraina e Russia. Con fans molto leali, pieni di dedizione e davvero umili. Ti aspettano al terminal, o ti seguono e ti indicano tutto il percorso quando hai bisogno di prendere dei treni. Personalmente non vorrei sapere come ci sia tutta questa dedizione. Ho trovato anche molti paesi europei un po’ più freddi in fatto di pubblico, ma dubito abbia a che fare con il clima. È piuttosto una questione di cultura.

Infine, cosa ti aspetti dal nuovo album? Pensi che i vostri vecchi fans possano essere soddisfatti di ‘SOVRAN’? E potrebbe essere un buon prodotto capace di conquistare nuovi fans? Che ‘SOVRAN’ è ciò che è. Il percorso di creazione di ‘SOVRAN’ ci ha portato sino a qui ed anche più lontano, e i nostri fans si sono sintonizzati estremamente bene con quest’album. La nostra fanbase è come una famiglia ed ogni volta vediamo facce familiari di fans e musicisti che abbiamo avuto modo di conoscere durante gli anni; questo è il sentimento che provo, che siamo come una famiglia. Le urla, le lacrime e le transizioni emozionali che possono capitare fra il pubblico è pura magia. Ci rafforza come band e ci unifica con i nostri fans. Anche dopo la mia morte sarò grato per questo.

Grazie mille Anders. Fai un saluto ai vostri fans italiani, che desiderano incontrarvi in uno show dal vivo in Italia. Grazie per questa intervista e Viva Italiano! Più di 20 anni di Draconian e voi ragazzi siete ancora con noi. Spero di incontrarvi molto presto, perché il tempo sta arrivando. Aspettateci! 

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