THE VERY END: MERCY AND MISERY
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31/01/2011Nuovo album per gli svizzeri The Very End, band tra l'altro estremamente pompata sia nella bio, sia in giro grazie agli sforzi della SPV (nell'attuale tour dei Nile mi sono trovato quasi sommerso dai flyers pubblicitari proprio di 'Mercy And Misery'). Effettivamente, tra i selling points dell'album c'è anche un commento entusiasta di nientemeno che Waldemar Sorychta il quale si proclama orgoglioso di aver prodotto il disco della band. Andando alle cose concrete, di rivoluzionario o estremamente clamoroso qui c'è ben poco. Trattasi di un platter più che discreto di melothrash che richiama spessissimo i The Haunted, e mettendo in mezzo anche i soliti groove americani tanto cari a Waldemar (nei Grip Inc. era un tutt'uno, di 'sta roba). I pezzi sono talvolta ottimi ("The Leper", "Dead Is The New Alive"), a volte meno, ma 'Mercy And Misery' si rivela godibile senza che si possa gridare al miracolo. C'è pure una cover di "Immigrant Song", e i nostri hanno avuto il buon gusto di evitare di scimmiottare le urla belluine di Plant, e il pezzo si rivela anche ben fatto e piacevole, soprattutto se si considera che lo scempio era dietro l'angolo. Discretamente interessanti.
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