BIGGEST RECORDS: Paranoid - 50th Anniversary
Cinquanta gli anni di ‘Paranoid’: era il 18 settembre 1970! Tutti noi siamo stati sfiorati, accarezzati e/o contaminati dai successi commerciali di questo secondo album dei Black Sabbath: chi prima di altri, chi dopo, chi come ascoltatore, chi come spettatore e chi come musicista. Occasione unica questa di esplorare tale progetto in una qualità adeguata. Trattasi di un cofanetto interamente realizzato in formato vinile. Il nostro racconto è un viaggio visionario in questo tempo (il 2020), segnato da un virus che ci ha tolto libertà, vicinanza e forse anche un po’ di vita. Vogliamo portarvi con noi ad un ascolto immaginato! Un tuffo nella sala di registrazione, una caduta nel rimasterizzato, un salto nel live, un moto continuo nel nero dei Black Sabbath, ma nel nero che fa intravedere la luce.
Con tracce di un soundcheck comincia il Live al Casino di Montreux. La sua voce è chiara, sopra ogni cosa. Ozzy mi urla nelle orecchie. Ed io, ogni volta che sento quel “puoi aiutarmi?” mi commuovo. Colora il pezzo con incitamenti di entusiasmo (yeah). Ozzy è presente al 100%. E’ un sentire completamente nuovo: la sua voce è giovane, e non sembra neanche essere traviata da dipendenze; il suo camminare sulle note è appassionato, sfora in sfumature che di solito non si percepiscono nel suo cadenzato in corsa. E’ un giovane di 22 anni che vuole solo fare concerti. Prima di tutto questo, nel negozio di dischi del paese aveva lasciato un annuncio con su scritto “Ozzy Zig cerca concerti, Ozzy possiede un amplificatore”. Qui la sensazione è che Ozzy si senta al sicuro, non ci sono tracce di cedimenti, lo spazio è ovattato, una sorta di registrazione live in studio: è irresistibile! Spaziale la registrazione di "Planet Caravan" nella versione Stereo Quad Mix: un viaggio cosmico in un universo parallelo. Magia psichedelica e caldi suoni, anzi dolci suoni delle percussioni, che scandiscono un ritmo tribale. E’ un piacevole allontanamento dalla realtà per un incontro nello spazio avulso dal senso del tempo. Riff esemplare di "Iron Man", leggendaria, illustre composizione in tutto il mondo. Riff metallico e metaforico al tempo stesso, persino Jack Black lo insegna a scuola al giovane Zach! Canzone scritta da Geezer che racconta la vicenda di un uomo, inviato nel futuro per salvare l’umanità, e che al suo ritorno subisce una trasformazione nell’attraversare il campo magnetico. Diventa un uomo di metallo, quasi un mostro, un essere emarginato dalla società, la stessa società per cui si è prodigato, e non riesce più a comunicare con il mondo intero. Atmosfera oscura, la batteria incalza ed il piccolo Ozzy si è perso, mastica le parole, in parte se le scorda e cerca di mascherare. Ma lui è Ozzy, una sorta di dolce creatura down, che recita a memoria, e se poi gli sfugge l’idea, il pensiero, o la parola, sdrammatizza con una dichiarazione “I love you”: in perfetta sintonia con il suo stile di bambino cresciuto.
"Electric Funeral" è la traccia che anticipa il passaggio di stile dei Black Sabbath, che nasce come una blues band, ma che ad un certo momento vuole iniziare a scrivere musica dalle sonorità sempre piu’ cupe e oscure. L’inizio e la fine di questa canzone sono altamente doom. Due i riff che guidano il pezzo: quello iniziale (il wha wha...) e quello che accompagna il cadenzato vocale di Ozzy, dando vita ad una melodia, a ritmica lenta, che farà da precursore e influenzerà band come Sleep, Cathedral, etc. A metà tracciato ricompare l’anima blues del gruppo con una sessione musicale di blues jazzato: Ozzy accende la luce in quest’atmosfera funeraria! Solo il tempo ha dato peso e rilevanza a questa composizione; neanche gli stessi membri del gruppo l’hanno riproposta nei loro concerti.
Inizia così il secondo lato dell’album che vede un proiettarsi della band dal blues all’heavy con ritmi più serrati, alternati a fasi di composizione a velocità ridotta con accordature basse e suoni acidi e psichedelici. A questi Black si sono ispirati gruppi come i Kyuss e Soundgarden. "Hand Of Doom" è il mix di blues e stoner. Ozzy è molto elettrico, alterna strofe di parlato ad urla cariche di rabbia. E qui bisogna dirlo e spiegarlo a tutti i genitori di ragazzini adolescenti che iniziano ad ascoltare i Black Sabbath: in questa traccia non si omaggia l’eroina. “Ora ti stai uccidendo, dalla vita scappi, la tua mente è piena di piacere, il tuo corpo sembra malato, ti stai divertendo ma tutto questo non durerà. Non vuoi imparare. Piangi. Ora morirai”. Geezer Butler vuole raccontare gli orrori vissuti da molti soldati americani, rientrati in Inghilterra alla fine degli anni ’60 dalla guerra del Vietnam. E qui la mia mente mi riporta ad immagini di ‘American Sniper’, film spettacolare di Clint Eastwood: un travolgente Bradley Cooper mi rifà vivere quel disturbo post traumatico in maniera devastante.
Ma ritorniamo alla musica con "Rat Salad", il pezzo strumentale che riempie gli spazi nei live. E’ una traccia a due voci: batteria e chitarra, in una comunicazione intrecciata, tra i colpi di rullante di Bill Ward ed i riff di chitarra di Tommy Iommi. Ed ora dedichiamoci a lui, il chitarrista dalle origini italiane, fondatore e unico componente fisso della band. Senza di lui, tutto il resto non si sarebbe potuto raccontare. L’universo dell’Heavy Metal con i suoi ecosistemi (doom metal, stoner rock, ed ogni sottogenere del metal) è in debito con Tommy Iommi.
A proposito di Iommi. E’ il 1968, Tony ha 20 anni e lavora in fabbrica nella città di Birmingham. Si convince di avere la possibilità di diventare un musicista per professione, quando viene selezionato per un rimpiazzare Mick Abrahams nei Jethro Tull, ma qualcosa va storto. Durante uno dei suoi ultimi turni di lavoro, una pressa gli amputa le falangi superiori del dito medio e dell’anulare della mano destra. Tony è mancino, quindi quelle falangi gli servono per premere le corde sulla tastiera della chitarra! Viene ricoverato in ospedale e dimesso dopo un mese di inutili tentativi di riattaccare le parti amputate. Prova anche ad imparare a suonare da destro, ma nulla da fare. Decide di abbandonare la chitarra e cade in un periodo di profonda depressione. Un giorno, un manager della fabbrica in cui lavorava, un tipo con i baffi di nome Brian, porta al ragazzo un disco. Iommi gli dice che, in quel momento, non è in vena di ascoltare musica: la ferita nell’anima brucia troppo. L’uomo insiste: “Questo chitarrista si chiama Django Reinhardt, e sai una cosa? Ha perso l’uso di due dita della mano in un incidente, proprio come te”. Il ragazzo lo ascolta e si rende conto che Django è bravo, ma davvero bravo! Tony incomincia a vedere uno spiraglio di luce e a reagire: prende una bottiglia di un detersivo Fairy Liquid, la scioglie, ne fa una palla, poi buca la plastica con una saldatrice, la modella con un coltello e della carta vetrata, e così ottiene dei ditali da calzare sul medio e sull’anulare. La plastica però scivola dalle corde, rendendo difficile premere i tasti. Lembi di pelle di una vecchia giacca, ritagliati per l’occasione e incollati sulla punta dei ditali, forniscono la presa necessaria. Le protesi di Tony sono pronte: la rivoluzione Heavy metal può avere inizio. E’ proprio questa sua menomazione, il suo essere diversamente abile, che crea il tipico suono originale e cupo della chitarra di Iommi. Uno stile essenziale caratterizzato da un ampio uso di “power chord” - un semplice comodo e magico accordo (bicordo, due note senza l’ottava) che funziona sempre, anche con la dispersione più esasperata e sprigiona un effetto di potenza – e dal “palm mute” – effetto che consiste nello smorzare il suono delle corde, non lasciandole vibrare, semplicemente appoggiando il palmo della mano, in posizione verticale vicino al ponte della chitarra elettrica, o tra il ponte e la buca nel caso della chitarra classica e acustica. In più sceglie di accordare lo strumento con un semitono più basso, per ottenere corde più morbide e facilitarsi nei movimenti. Scelta compiuta per necessità che gli permette di ottenere un devastante effetto sonoro minaccioso, apprezzato da tutto il genere metal.
Ma non ci dimentichiamo del piccolo Ozzy, amico e compagno di classe di Tony, il bambino dislessico, balbuziente e affetto da un grave disturbo da deficit dell’attenzione, il ragazzo che sdogana la figura del cantante, originale non per tecnica e maestria di voce ma per il suo “effetto megafono”, il timbro della sua voce ha qualcosa di veramente unico, è come se fosse dotato naturalmente di un effetto da teatro greco romano. La voce emessa dalla sua bocca risuona nell’ambiente, credo che Ozzy potrebbe cantare anche senza microfono e raggiungerebbe le orecchie più lontane! Il punto qual è? Che si può vivere anche senza due dita, senza un braccio o una gamba e probabilmente si può creare sempre qualcosa di grande: basta crederci.
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War Pigs / Luke’s Wall
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Paranoid
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Planet Caravan
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Iron Man
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Electric Funeral
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Hand Of Doom
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Rat Salad
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Jack The Stripper / Fairies Wear Boots
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War Pigs / Luke’s Wall
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Paranoid
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Planet Caravan
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Iron Man
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Electric Funeral
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Hand Of Doom
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Rat Salad
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Jack The Stripper / Fairies Wear Boots
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Intro
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Paranoid
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N.I.B.
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Behind The Wall Of Sleep
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Iron Man
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War Pigs
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Fairies Wear Boots
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Hand Of Doom
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Paranoid
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Hand Of Doom
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Rat Salad
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Iron Man
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Black Sabbath
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N.I.B.
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Behind The Wall Of Sleep
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War Pigs
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Fairies Wear Boots
Formati disponibili:
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Super Deluxe 5LP (con note di copertina estese, interviste, foto inedite e poster e tour book dell’originale tour)
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Super Deluxe 4CD
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2 LP
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2 CD Mediabook
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Digitale on line
Nuova edizione contenente:
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LP 1: Album originale Remastered (Side A-B)
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LP 2: Versione Quadradisc Mix risalente al 1974 in formato Stereo (Side C-D)
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LP 3-LP 4 (Parte one-Parte Two): Live in Montreux del 31 agosto 1970 (prima della release dell’album) – Side E-F-G-H
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LP 5: Live in Brussels 1970 – Side J-K
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