YEARNIN: Take a Look

Dissonante e marcatamente genuino ecco il progetto musicale Yearnin. La band regala un sound a metà tra il concetto di garage e blues, ruvido ed allo stesso tempo avvolgente vive di suoni corrotti e che guardano al passato. The Doors e The Seeds sono le bands che ci balenano in mente, per una proposta che non rivoluziona nulla ma colpisce dritto nel segno. Il full-length infatti è divertente e al contempo “acido”, lampi di primordiale psichedelia che dipingono l’intera uscita e che si conficcano tra il tepore del blues delle chitarre degli artisti. Proprio tale ultimo strumento diventa protagonista in più punti, caleidoscopico viaggio fra luci che si infrangono su personalità complesse. Il gioco di colori che ne consegue è estasiante, un condensato di emozioni che diventa sottofondo gradevole e poi d’improvviso spunto per riflessioni profonde. Minimali, ma non banali i Yearnin’ sono la prova di come l’essenzialità possa far riscoprire aspetti talvolta ignorati, ma non per questo meno affascinanti. Il flusso di note che ne scaturisce ci proietta nella materia prima della musica rock, forme in movimento che mostrano la libertà espressiva del garage e del suo primissimo affacciarsi al futuro concetto di psichedelica. Blues e rock che si mescolano al punk in ideale creatura lo-fi, energia allo stato puro che travolge senza inutili corbezzoli. Disinteresse totale per le mode, Take a Look è da prendere o lasciare, perchè chi non ama il filone qui non troverà niente per cambiare idea; diverso discorso invece per chi apprezza questi toni miti e rarefatti, oppiaceo itinerario al quale non saprete dire di no. Il tempo ci dirà se verrà inserito un ingrediente che li distingua, quel lampo che renda la rotta peculiare e non più intrecciata ad altre già ammirate. Complimenti a degli artisti di sensibilità e competenza il cui coraggio risiede soprattutto nel far ciò che l’istinto e la passione loro suggerisce.