VOIDHANGER: Dark Days of the Soul
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09/03/2018Diretto come un pugno sullo stomaco, ecco arrivare la terza fatica in studio dei polacchi Voidhanger. Cosa aspettarci? Niente di diverso da ciò che a livello grafico di primo acchito, e poi ben più importante livello sonoro, i nostri ci sparano in faccia: old school. Parliamo nello specifico di thrash black metal, con forti connotazioni rock ‘n’ roll ed alcuni fraseggi di death metal. Il tutto riconducibile agli anni ‘80 e ’90, a progetti quali Venom, Celtic Frost e qualora a qualcosa di più veloce e vagamente attuale in stile Witchery. Accenni questi ultimi, già di per sé citazione di un passato che è ricorrente in più punti e che non pare volersi arrestare. Dinamicità che trasuda e che ci investe, in tal senso arrivando senza compromessi dritta ai timpani. La dirompenza di "Man Of Dark Secrets" mostra le doti tecniche, ma anche la cruda passionalità di un progetto a cui non interessa a conti fatti il giudizio critico di chicchessia. Sfrontati, proseguono in un sound che potrà sembrare ottuso a tratti, ma efficacissimo e che non concede tregua. I momenti più “atmosferici”, se così li si può definire, ripartono da un concetto di heavy e rock che ci porta alla mente i Motorhead. Terremoto sussulta sotto i nostri piedi, ci scuote e desta da un torpore innaturale. Chitarre graffianti, riff dinamici che iniettano adrenalina sono il punto forte di un full-legth solido e senza apparenti punti deboli. Manca l’ingrediente personale, tanto che 'Dark Days of the Soul' sarà indigesto a chi vuole guardare oltre a certi clichè. Chi ama però l’old school, qui ritroverà quei solchi da cui sangue sgorgherà copioso, familiarità da non lasciarvi sfuggire, accompagnata da un’innegabile passionalità. Ciò che vi terrà attaccati è l’insopprimibile vigore di un full-legth che, seppur con lo sguardo rivolto al passato, riconferma la convinzione che la musica e le attitudini non hanno età.
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