UNREQVITED: Stars Wept to the Sea
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02/05/2018Vento invernale, ricordi che soffiano da una matrice sicuramente cupa, verso una luna splendente, per il progetto canadese Unreqvited. Un solo protagonista al timone, per un sound che veleggia tra il black, il concetto avanguardistico di musica, l’elettronica e l’ambient. Tante sfumature, per un full-length certamente dagli intenti profondi e dalla personalità sfaccettata. E’ chiaro come l’espressività, talvolta lugubre, rimandi alla nera fiamma, eleganza poi che richiama al concetto di sinfonico. In 'Stars Wept to the Sea' c’è però molto di più, perchè la serenità che poi ne traspare ci riporta ad una dimensione di grande impatto emotivo. Ariose suite dipingono di stelle un cielo blu notte, luci nel firmamento che si accendono e i cui rintocchi inondano l’ascoltatore. Le tastiere diventano mezzo di trasporto in uno spazio extraterrestre, navicella che si alimenta di scuola norvegese e di progressive. Ci sono passaggi che ci rammentano gli Opeth, per delicatezza ed arpeggio della chitarra, emotività da cui le note vengono poi catapultate verso il concetto di metal. I pezzi, quando si fanno più ritmati, hanno spesso come motrice le tastiere, diventando in quei tratti talvolta un po’ prevedibili. Diverso il discorso quando subentra l’atmosfera, il pianoforte ed i crescendo che avvolgono l’album di connotati più epici. Gli Unreqvited restano sospesi tra qualità, innovazione e un acre sapore di acerbo. Il motivo di tutto questo è la mancanza di un vera e propria unità di intenti, così che il lavoro più symphonic black risulti banale e ridondante, a confronto invece del romanticismo e delicatezza dell’ambient. Crediamo che Ghost sia un interprete di altissimo livello, a cui il tempo donerà quella consapevolezza e maturità necessarie a fare un ulteriore e necessario salto di qualità. Ad oggi Stars Wept to the Sea brilla già di luce propria, colpirà i fruitori più esigenti e chi guarda alla musica con istintività.
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