ULVESANG: The Hunt
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04/04/2018Rituali sciamanici, pagane citazioni, acustici istanti folk e tanto ambient sono i colori che appaiono all’ascolto di 'The Hunt'. Il paragone 'he ci corre subito di fronte è quello con gli Ulver di 'Kveldssanger', anche se qui ritroviamo più marcato l’aspetto melodico ed ambient, piuttosto che l’emotività pagana. Aspetti, per un lavoro in cui ci immergiamo completamente, in cui assaporiamo il lungo respiro di una natura che ci circonda. Lo scorrere dell’acqua, gli spiriti che vi albergano e serenamente zampillano mostrando la tenerezza di una spontaneità che troppe volte dimentichiamo, ridonano speranza. Il disco è costellato di un impasto di voci davvero uniche, preghiere che si alzano e che infondono poetica a brani già di per sé morigerati. Non tutto il disco però vive di sole ambientazioni, poiché le ritmiche talvolta crescenti donano una certa epica e dinamicità.
Le chitarre dialogano in un’ideale danza di acustici passi. Presi per mano da flessuose dita, restiamo abbagliati da bellezza e raffinatezza. 'The Hunt' è il verde che pacifica, il cristallino azzurro che ristora, il raggio di sole che riscalda, senza alcuna artificiale mediazione. La materia prima dell’uomo che si innesca e che godiamo in ogni respiro, in un miracolo che ogni istante avviene di fronte ai nostri occhi. Troppe volte ci lasciamo sfuggire gli aspetti di una vita in armonia con ciò che ci circonda, offuscati dall’ansia e dai ritmi di una quotidianeità ormai di cemento. Liberati da pesi, dal catrame che ci soffocava e da fondamenta che ci legavamo, libriamo in volo grazie alla sensibilità e competenza degli Ulvesang. Il tempo ci dirà se sapranno aggiungere quello spunto personale che faccia fare loro il definitivo salto di qualità, consacrandoli definitivamente.
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