U.D.O.: Steelfactory
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05/10/2018Capita spesso di prendere posizioni piuttosto severe riguardo un genere ormai consolidato da decenni quale l'heavy metal classico, considerato non sempre a torto vittima di un certo immobilismo creativo; la cosa potrebbe riguardare anche un personaggio come Udo Dirkschneider, ex leader carismatico di una band che ha segnato la storia dell'heavy/power teutonico, ossia gli Accept, ma non possiamo certo trattarlo con severità dato che le caratteristiche di impatto e schiettezza del sound della band in cui ha militato per molti anni emergono con prepotenza in questa sua nuova release solista. Signori, ascoltatevi l'opener "Tongue Ripper", o la successiva più cadenzata "Make The Move" e capirete subito di cosa stiamo parlando, confermate più avanti da due schegge di metallone teutonico quali "Rising High" o "Eraser", capaci di farvi scuotere più che mai le chiappe dal vivo. Ma anche nei momenti più ad ampio respiro il maresciallo dimostra di saperci fare con la sua voce graffiante che non stride affatto con taglio melodico del pezzo, esaltato dall'ottimo Andrey Smirnov sia in fase armonica che solista. Poco importa se "Raise The Game" e "Blood On Fire" ci appaiono leggermente sotto performanti perchè si torna a produrre colate di metallo con "Rising High" e il classico mid tempo acceptiano "Hungry And Angry" pur presentandosi un tantinello scontato mentre l'anthemica "One Heart One Soul" fa pendere definitivamente l'ago della bilancia verso un risultato complessivo assolutamente positivo, suggellato dall'ottima "Rose In The Desert" in cui torna a prevalere la melodia. Una piacevolissima conferma da parte di questo mitico singer ben affiancato anche da una sezione ritmica che vede suo figlio alla batteria già da qualche anno e oramai ben inserito nel tessuto connettivo della band e Fitty Wienhold al basso, anche se proprio in questi giorni è giunta la notizia delle sue dimissioni dopo ben ventidue anni di militanza.
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