THE ORDER: Supreme Hypocrisy
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23/05/2020E' sempre un piacere poter riabbracciare dei ragazzacci quali Gianni Pontillo e la sua cricca di quel di Berna, specie nei momenti in cui ci fanno compagnia con quell'hard rock genuino che non esita a strizzare l'occhio verso il metal più puro, con una produzione piuttosto vintage. Ottimi responsi da questo punto di vista li avevamo già registrati con l'omonimo cd datato 2016, e diciamo subito che 'Supreme Hypocrisy' è certamente una graditissima conferma, l'amalgama tra i componenti è a prova di bomba, sempre dediti a rielaborare con sincera dedizione e passione tutto quanto di grandioso è uscito tra i '70 e gli eighties. Se il duo iniziale composto da "The Show" e dalla title track esprimono una notevole carica vitale enfatizzata dalla roca voce di Gianni (che comunque rende assai bene anche negli acuti) nelle due successive tracce si evidenzia una struttura leggermente più easy listening ma non per questo meno convincenti, tutt'altro. Di notevole interesse anche la successiva "Save Yourself" che tradisce influssi southern mentre "No Mercy" si segnala per un riffing grintoso, ma che mantiene la giusta intelaiatura melodica evidenziandosi fra i picchi più alti di questa release. I The Order sanno comunque anche toccare le corde giuste, a tal proposito giunge la ballad a base di piano e chitarra acustica "Sometimes" con Gianni assoluto protagonista, preceduta dallo sleaze rock "August In Miami" e seguita dalla più cupa e sabbathiana "Only The Good Die Young". Per gli amanti dell'hard & heavy retrò quasi un must.
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