STEAK NUMBER EIGHT: The Hutch
data
23/04/2013Gli Steak Number Eight giungono al disco della piena maturità, un lavoro dove ombre e accenni di post-rock/indie vengono rapidamente spazzate da ondate di chitarre a là Mastodon/Baroness. Un piatto dal sapore molto invitante vista la varietà di suoni che ne esce fuori in un modo di certo non originale, dato che per certi versi 'The Hutch' non sempre gode del privilegio di far rimanere sempre sull'attenti l'ascoltatore. Però le chitarre sono accattivanti, la voce di Brent riesce ad essere presente nel giusto, e mette in equilibrio sia i momenti in cui un brano come "Push Pull" si distende in modo rilassato nei suoi arpeggi quasi minacciosi, sia quando la band decide di prendersi tutto il tempo per costruire le loro melodie. In alcuni tratti della loro proposta ci ricordano i nostrani Varego, soprattutto nel brano "Slumber": l'avanzare sinistro dei riff rimanda anche, perché no, a qualcosa del loro 'Tvmvltvm', ma il risultato finale colpisce in pieno perché in tal caso gli SNE non si accontentano di rimanere nell'ambiente sludge, ma arricchiscono ogni secondo con delicate melodie e decisi assalti sempre dilatati, mai eccessivamente violenti. Un album da scoprire poco per volta. Sicuramente ci riserveranno grandi sorprese in futuro, magari con sferzate molto più "psichedeliche".
Commenti