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STAMINA: Two Of A Kind

data

07/12/2010
78


Genere: Hard/Aor/Pomp rock
Etichetta: IceWarrior Records
Distro:
Anno: 2010

In questi ultimi freddi mesi del 2010 i campani Stamina tornano a riproporci il loro hard/AOR rock rinforzato con misurate dosi di progressive, e dalle forti influenze pomp a tratti troppo smaccatamente debitrici ai danesi Royal Hunt. Europe meets Yngwie J.Malmsteen meets Royal Hunt per un totale di tredici tracce (tra bonus varie) di virtuosismi mai fini a se stessi e tanta, tanta buona melodia esaltata da un lavoro, in fase di arrangiamento, dei cori degno dei più blasonati nomi del genere. Se "Too Tired To Live" ammicca troppo alla band di Andersen, e il mastermind Luca Sellito pare volerlo rimarcare (la fa ricantare come bonus proprio a mister Kenny "Cornerstone" Lubcke!), "Supremacy" è la canzone che ci proporrebbe il buon Yngwie se, messo un pò da parte l'ego e ritrovata l'ispirazione, riuscisse ad abbracciare un pò il progressive metal (chi ha detto Symphony X?). L'ombra del "copia & incolla" tipico dei bravi mestieranti privi di vera forza creativa è ancora una volta scongiurato dal chitarrismo del songwriter assoluto del combo: ottimi solos che miscelano voli jazzistici a giri più blues-oriented che, in un album del genere, non sono affatto scontati. Il risultato è più che esaltante anche perchè i fedeli compagni del chitarrista, dallo strepitoso Giorgio Adamo che rivaleggia alla pari sia con il già citato Lubcke, sia con Henry Brockmann (Royal Hunt, Evil Masquerade), al tastierista Andrea Barone, incontestato valore aggiunto alla tenuta tecnica e melodica dei pezzi, sono il supporto ideale per proporre un lavoro di questa caratura. Se fossimo della stampa transalpina vi avremmo tediato decantando tutti i pregi (tralasciando i limiti che pur ci sono) di un lavoro come 'Two Of A Kind', mostrando nel contempo un malcelato orgoglio nazionalista per una band che in questa fine secondo lustro dei duemila tira fuori dal cilindro un platter prodotto più che professionalmente, dall'artwork quanto mai evocativo e che riesce a trasportarci in un viaggio della memoria attraverso indimenticabili sonorità ottantiane aggiornate con la giusta misura di metal e AOR moderno. Ora tocca a voi investire (più che bene) denaro e sopratutto tempo per assaporare questo potpourri di buona musica italiana suonata con passione e con consumato mestiere. Quello tipico dei "grandi".

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