SONIC JESUS: Neither Virtue Nor Anger
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27/07/2015La storia narra che i Sonic Jesus siano stati catturati dal KGB durante un'operazione di controspionaggio sotto copertura nella vecchia madre Russia; come tutte le spie che non volevano rivelare le informazioni in loro possesso, sono stati sottoposti a massacranti torture a base di dosi massicce di dischi dei Suicide, kraut rock e psichedelia settantiana. Nemmeno la liberazione da parte delle forze alleate ed il successivo percorso di riabilitazione sono riusciti a rimuovere le scorie rimaste negli anfratti piu' reconditi del loro subconscio, e 'Neither Virtue Nor Angher' ne è la controprova. Infiniti loop di tastiere settantiane che si interscambiano tra quelle di doorsiana memoria - "Paranoid Palace" - e reiterazioni Suicide a manetta ("Reich", "Drift 22" e "Telegraph"), fanno da tappeto agli intarsi di blues malato degno erede dei Birthday Party di Nick Cave, chitarre psichedeliche che salgono lente fino ad esplodere lisergiche come nei migliori Loop (la band) - "Locomotive", "Dead", "Cancer" - e si adagiano sulla tribalità delle nenie dei Virgin Prunes ("Whore is Death" e "Luxury"), mentre si odono gli echi delle lontane terre indiane dei Woven Hand in "My Lunacy"; in poche parole qui c'è tutto ciò che può attirare la vostra attenzione, a meno che non siate sordi. Un'altra realtà italiana che brilla nel firmamento delle band dotate di inventiva, nella fusione di ciò che in passato ha lasciato impronte indelebili nella definizione dei generi musicali underground.
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