SERPENTINE: Living and Dying in High Definition
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25/08/2011Questa band in poco più di un anno sforna un disco addirittura migliore del suo predecessore, con un Tony Mills totalmente (e finalmemte) a suo agio grazie ad un genere a lui più consono rispetto alle ultime nefandezze dei TNT di un sempre più brasato Le Tekro. Quindi sulla falsariga degli Shy e del classico AOR inglese anni '80. Un disco dove le tastiere la fanno da padrone, così pompose e piene fanno risaltare la voce di Mills al massimo, le alte tonalità raggiunte, i ritornelli così ariosi e coinvolgenti fanno tornare alla mente 'Excess All Areas', capolavoro definitivo ed indiscusso degli Shy e, forse, dell'AOR albionico. I brani sono tutti molto articolati, di certo non di breve durata, ma al contempo con tutto al loro posto, niente è inutile e superfluo. Interessante cogliere le differenze di umore sui brani impegnati come "Deep Down", o "Forgotten Heroes", oppure i brani più mainstream o "da singolo" come "Philadelphia", e su tutte "Cry". Un unico appunto, anche se basilare, va alla produzione di Sheena Sear (già visto all'opera con ben altri risultati con i Magnum) dove la batteria è veramente inscatolata ed il rullante suona come una lattina, dove il basso scompare a vantaggio delle tastiere impastando un po' tutto. E' un grave peccato perchè rovina quasi quanto di buono presente nella fase di scrittura brani, di certo non siamo di fronte ad un disco inascoltabile o stile demo, ma sicuramente da questi ragazzotti ci si aspetta decisamente di più. Bellissimo disco, quindi, per certi versi rovinato da una produzione non all'altezza, altrimenti ambirebbe alla palma dei migliori lavori dell'anno.
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