RECKLESS LOVE: Turborider
data
08/04/2022Avevamo lasciato i patinati Reckless Love all'indomani della pubblicazione di Invader nel 2016, un album per certi aspetti controverso, complessivamente accettabile ma che evidenziava uno stato di forma del combo finnico non particolarmente esaltante. Il loro hair/glam veniva spesso affiancato da soluzioni stilistiche anche distanti dal loro tipico sound crocevia tra Leppard e Poison ma più vicine ad un modern hard rock più riconducibile ai giorni nostri. Poi, dopo una lunga pausa di riflessione (anche se hanno comunque proseguito la propria attività live) dovuta anche allo tsunami Covid-19 oggi Olli e Pepe decidono che è l'ora di tornare nuovamente a colpire, e lo fanno in maniera travolgente. Basta ascoltare le primissime note di questo nuovo lavoro (precedute dalla voce di un robot): guitar riff roboante, synth in bella mostra, sezione ritmica impeccabile per precisione e refrain ultracatchy irresistibilmente ottantiano: signori, eccovi la title track "Turborider". "Eyes Of A Maniac" mette in evidenza il loro amore per il tipico pop anni '80, la chitarra comunque graffia e il refrain contagiosissimo presenta un mood un po' darkeggiante. "Outrun" e "Kids Of The Arcade" sono i risultati davvero perfetti della copula tra l'hard rock scandinavo e il synth pop degli anni '80, la band raggiunge livelli di ispirazione francamente mai visti fino ad ora. Dopo la cover di "Bark At The Moon" del Madman in cui le chitarre vengono affiancate dai sintetizzatori per un effetto tamarro ma divertentissimo arriva "Like a Cobra" (preceduto da un brevissimo strumentale in cui Pepe mostra tutta la sua devozione per il compianto Van Halen), brano dalla forte impronta hi-tech e un refrain assolutamente irresistibile anche se molto lontano dalla tipica forma sleaze rock. Il duo "For The Love Of Good Times" e "'89 Sparke" potrebbero far inorridire la maggior parte di coloro che bazzicano gli scenari metallici per la loro impronta spudoratamente pop ma vi possiamo assicurare che in questo contesto risultano veramente molto convincenti perchè la passione e il gusto che i ragazzi tirano fuori è davvero encomiabile, comunque con "Future Lover Boy" i ragazzi tornano a fare la voce grossa. A chiusura abbiamo la variopinta "Prodigal Sons", altro bel connubio tra rock, elettronica ed armonie vocali che non aggiunge una virgola a quanto finora esposto. A conclusione di questa disamina, il quesito che ci poniamo riguarda la reazione di coloro, in particolare tra i fan, a fronte di questa nuova dimensione sonora. A noi è piaciuta tantissimo, una sperimentazione concettuale che è riuscita in pieno solo ai connazionali Beast In Black (in chiave power), una commistione tra generi di diversa appartenenza a cui con coraggio i Reckless Love hanno saputo dar vita, ed il risultato sono circa trentacinque minuti di musica da cantare a squarciagola in cui sono in grado di rendersi tanto aggressivi quanto edulcorati, dotati di creatività, forza e gran gusto senza mai snaturarsi mostrando quindi una poliedricità non comune.
Lambio
10/04/2022, 19:00
Ottima recensione, condivido in pieno, il loro miglior lavoro a mani basse!