PRURIENT: Frozen Niagara Falls
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19/06/2015Qual è il colmo per un recensore? Dover scrivere del'ultimo lavoro di un artista qualsiasi e scoprire che ha già alle spalle una carriera lunga oltre tre lustri ed una miriade (più di sessanta tra lavori propri, cassette, collaborazioni con Vatican Shadow, Cold Cave, Wolf Eyes, Sutcliffe Jugend, etc) di produzioni senza che il sottoscritto ne abbia mai sentito parlare. Nello specifico Dominick Fernow aka Prurient si dedica alla costruzione/decostruzione di un sound visionario e perennemente in mutazione che dall'harsh noise con vocals torturate tipico degli Atari Teenage Riot ("A Sorrow with a Braid", "Traditional Snowfall", "Poinsettia Pills"), migra al dark ambient ("Greenpoint", "Cocaine Daughter") dalla sperimentazione elettronica ("Frozen Niagara Falls - Portion Two"), vira verso l'industrial ("Lives Torn Apart (NYC)"), dal martial al power electronics; tutto il suo percorso musicale è una continua ricerca fatta di patterns disperati, una lunga corsa verso l'ignoto "Dragonflies To Sew You Up" dove i Nine Inch Nails incontrano gli Autechre, gli Scorn (della svolta electro dub), flirtano con i Klinik di "Shoulders of Summerstones". Si avverte un'angoscia talmente densa da poter essere tagliata con un bisturi da obitorio, accresciuta da loop devastanti, da spaccati cinematici o cinematografici per film fantascentifici ("Jester In Agony", "Frozen Niagara Falls - Portion One"); da un wall of sound talmente impenetrabile da essere solo per veri cultori del genere; l'artista non si limita alla decostruzione ma ha nelle sue corde composizioni di una bellezza disarmante, "Christ Among The Broken Glass", come se fossero i Dead Can Dance a suonare. Un tour de force o meglio una piece de resistance lunga quanto una partita di calcio giocata in un industria siderurgica spaziale dispersa nel cosmo infinito. Oltre la definizione di ostico.
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