POLTERGEIST: Feather Of Truth
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22/07/2020Noti al principio come Carrion, sotto il cui monicker uscì già nel 1986 un full-lenght, gli svizzeri cambiarono di li a poco nome e pubblicarono il primo, omonimo demo l'anno dopo. I Poltergeist sono stati una band di terza schiera del thrash metal germanico (pur non nativi della Germania, i link con la scena locale, Destruction in testa, sono evidenti) fino al loro scioglimento avvenuto, come per cosi tante altre band affini, all'approssimarsi della metà degli anni novanta. Similmente a tanti altri, ci hanno riprovato venti anni dopo e oggi siamo al loro secondo. full-lenght dopo la riformazione. Il principale riferimento pare essere il thrash poco serioso degli Exodus era "Zetro" Souza, quelli di 'Fabulous Disaster' per intenderci e Andrè Grieder sembra la sua controfigura canora. L'esordio, appena dignitoso, non esalta ma la situazione peggiora rapidamente con la seconda traccia che, grazie anche ad un titolo adolescenziale e liriche affini (ma questo è un problema di tutto il lavoro e di quasi tutto il thrash metal tedesco), si aggiudica la palma di peggior pezzo del lavoro molto presto. Tutta la parte iniziale del full-lenght è abbastanza piatta e priva di energia eccezion fatta per "The Attention Trap". Con "The Godz Of The Seven Rays", al numero sei della tracklist, abbiamo una traccia più metal in senso tradizionale, con cui sembrerebbe che oggigiorno i thrash acts amino cimentarsi con alterna fortuna (Suicidal Angels e Destruction fra gli altri): meglio di molte altre cose su questo cd, ma niente di esaltante, come degli Hammerfall con chitarre piu incisive e un cantante piu scarso. È a questo punto che i Poltergeist cominciano a mettere davvero punti in cascina, perche con "The Culling", "Megalomaniac" (con il suo parossismo quasi grottesco) e soprattutto "Ambush" c´è davvero da divertirsi: la band sembra finalmente trovare il filo dell'unico discorso musicale che possono credibilmente proporre: un thrash dinamico, neanche del tutto privo di fronzoli perche una certa abilità non è in discussione, ma che non si perda in rallentamenti o incertezze che sono tutte occasioni per accorgersi dei loro limiti. Le tre tracce finali sono dignitose, come quella iniziale, ma chi si fermasse ad "Ambush" nell'ascolto non si perderebbe in fondo niente. Abbiamo premesso come i Carrion/Poltergeist fossero una band di terza schiera fra la metà degli anni ottanta e novanta. Non è cambiato nulla. Il lavoro qui proposto non aggiunge nulla a quanto già esistente, ne si evidenzia per qualche merito particolare. Una manciata di tracce sono buoni esempi del genere, come degli esperti e navigati artigiani senz' altro sanno realizzare. Ma i due terzi del lavoro sono trascurabili o da dimenticare.
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