MISCREANCE: Convergence
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19/05/2023Debut album per i veneti Miscreance, un ensemble che sembra uscito dai miei sogni. Immaginate un mashup di Death, Cynic, Pestilence, Atheist, Coroner etc: linee vocali old school, riff che richiamano il technical thrash migliore ma estremizzato e bello pestone, con una produzione nemmeno troppo pulita e numerosi riferimenti ai sopracitati Maestri. L’opener “Flame of Consciousness” mi ha fatto subito pensare agli anni d’oro del death metal, con riff che richiamano Massacra, primi Cynic, Pestilence e soprattutto Death. I riff sono spettacolari, le linee vocali richiamano tantissimo il mai troppo compianto Chuck Schuldiner dei primi album. Il tutto viene poi impreziosito da cambi di tempo e tecnicismi che sembrano usciti da ‘Focus’. Complimenti vivissimi al chitarrista. “Incubo” si apre con un assolo ottantiano nel gusto e nel sound e quando si inizia a pestare i Miscreance creano una fitta ed equilibrata tela di riff e tempi complessi, con momenti di violenza e altri più ariosi, in puro stile Cynic, sottolineati dal lavoro mostruoso del bassista, che ricorda tantissimo Steve di Giorgio in stile e tecnica. Il vocoder di “The Garden” è un palese omaggio a Paul Masvidal e l’evoluzione prog del pezzo è solo un momento di calma prima della violenta “Alchemy”, a mio parere uno dei momenti migliori di ‘Converge’: riff che sembrano usciti da ‘Human’ e ‘Testimony of the Ancients’ col bassista che fa un lavoro spettacolare. Complimenti al batterista per “My Internment”, il cui lavoro dietro le pelli è stato particolarmente apprezzato. Difficile trovare un difetto in questo disco, se non nell’eccesso dei riferimenti ai maestri del genere e un’identità che fatica a trasparire. Ma questo è un problema che, si spera, solo il tempo e l’esperienza potranno risolvere. Per il momento il nome ce lo siamo segnato.
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