MICHAEL SCHENKER'S TEMPLE OF ROCK: Bridge The Gap
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28/03/2014Oramai prossimo ai sessant'anni questo ex Scorpions e Ufo non ne vuol sapere di appendere la chitarra al chiodo nonostante le quattro decadi di esperienza musicale. Una carriera costellata sia di momenti di gloria sia di grave crisi quella del fratello minore di Rudolf, zeppa di vicende controverse dovute anche al suo irrequieto carattere ma che oggi pare essersi assestata su livelli più che dignitosi con il secondo capitolo del progetto Temple Of Rock. Proprio due componenti che hanno fatto la storia negli Scorpions (Herman Rarebell e Francis Bucholz) affiancano Michael Schenker in questa nuova release, con Doogie White a prendere pieno possesso di tutte le parti vocali (nel precedente erano condivise tra Michael Voss e Myles Kennedy). Il biondo axe-hero mette in campo un po' di mestiere, la fantasia e l'ispirazione sono quelle che sono, non certo del periodo trascorso negli Ufo e MSG ma per i suoi fan è sempre motivo di soddisfazione trovare il nostro alle prese con questi pezzi approcciando il tutto con la consueta grinta mantenendo il suo particolare tocco rinvenibile nei guitar-solos sempre ricchi di feeling. A differenza del primo atto qui sembrano prendere il sopravvento sonorità care ai Rainbow, quasi volesse rendere loro omaggio (e anche per questo è ricorso ad un elemento di assoluta garanzia come White, sotto la corte di Blackmore in 'Stranger In Us All'), perchè subito dopo "Where The Wild Winds Blow" in piena tradizione MSG le atmosfere epiche si materializzano in brani come lo speed rock "Horizon", o nelle cadenzate e orientaleggianti "Lord Of Lost And Lonely" e "To Live For The King". L'energia non manca, ben bilanciata con la melodia che porta a un prodotto dall'aspetto retrò ma ricco di sostanza nonostante le citazioni sopra evidenziate si sprechino e la presenza di un paio di episodi sottotono come "Black Moon Rising" e la convulsa "Because You Lied".
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