MAYDAY: Mayday
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23/11/2016Strano che dei Mayday si sappia poco o nulla vista la finezza degli unici due album registrati. Talentuoso quartetto americano, originario della Grande Mela, arriva all’esordio nel 1981 con l’album omonimo, e fin dalle prime battute si evince tanta qualità nelle canzoni. L’impronta del full lenght è volutamente AOR (con i Journey messi a fuoco nel mirino), ma dalla penna dei Mayday usciva anche altro e di molto interessante. Ripescare "So Young So Bad" dal repertorio degli Starz (seminale classic rock band a stelle e strisce), equivale ad un full d’assi a poker: la rilettura non si discosta dall’originale se non per un suono più fresco ed accattivante. La scrittura è elevatissima, "Chicago Nights", "New York City", "Love Affair", "Getaway" e "Familiar Faces" sono canzoni che farebbero tremare i polsi ai fanatici dei Survivor, Foreigner ed Angel, e ciò che più colpisce è la straordinaria voce di Steve Johnstad, uno dei cantanti rock più versatili ascoltati. Capace di incantare nei momenti più melodici, come di graffiare quando c’è da spingere e suonare rock dai toni aggressivi, oppure di stupire modulando ed adattando la voce in ambienti musicali più inclini ai Devo (…): "Life In Space" è sicuramente il brano più affascinante del lotto. Per chi si ricorda cos’era il pop rock degli anni ’80, INXS e Men At Work per intenderci, rimarrà colpito dall’atmosfera sospesa di "Innocent Bystander"; esemplare come i Mayday fossero una grandissima rock band. Grazie alla ristampa Rock Candy (i suoni sono magnifici) è possibile rimediare: garanzia di qualità!
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