L.A.GUNS: Made in Milan
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22/03/2018Credo che il termine giusto per definire questo album sia "caspita, che botta". E non ci si poteva aspettare di meno da un live record degli L.A. Guns, la band che diede il trampolino ad un certo signore biondo che risponde al nome di Axl Rose. Questi tizi spingono come una muscle car, tutta coppia e potenza, selvaggia e aggressiva. Il suono è tipicamente americano, molto grosso. Ecco cosa sono gli L.A.Guns, ecco come suonano in questo disco live, ecco che ti viene da agitare la testa e saltare in giro mentre ogni singola traccia viene riprodotta. Bhe, diamo giusto un cenno per inquadrare la band: attivi dal 1983, hanno dato l'avvio ai Guns'n Roses lanciando Axl Rose, si sono divisi in due per questioni interne ai loro membri, per cui il membro originario Tracil Guns ha formato la sua line up, creando di fatto due gruppi con lo stesso nome, uno capeggiato da Phil Lewis e l'altro da Tracil stesso, salvo poi smettere di fare casini nel 2012. Insomma, di storie e miti su questi personaggi ce ne sono, e sono anche parecchio divertenti. Quando ascolti questo album live, come loro tratto distintivo, non ti lasciano un attimo di respiro, non hai un secondo di pausa per poter prendere fiato. Ogni traccia è tirata fino quasi al punto di rottura, veloce e potente, i riff di chitarra sono una sequenza di schiaffoni alla Bud Spencer dei tempi d'oro, i suoni sono quelli tipici delle distorsioni saturate high gain; il basso è un teppista sonoro, corposo e cattivo, che è sempre presente come un bullo con la sua vittima prescelta, ti insegue lungo ogni traccia e si accompagna alle seicorde in una rissa sonora in cui sei felice di trovarti. Il missaggio è molto definito e buono, come se fosse stato fatto in studio, ma lasciando il rumore del pubblico sotto le loro canzoni, che quasi ti pare di poter essere stato là a saltare e sudare nel pogo. Il sound è ancora ancorato agli anni '80, vero, è molto classico nel richiamare la loro identità di band ed è adattato parzialmente al tempo trascorso dal 1983 ad oggi, ma restando fedele all'origine truzza e tamarra (nel senso più positivo del termine) di questo hard rock/sleaze metal. Ma non li differenzia, nè li fa emergere come un vessillo del genere, tutt'altro: li inquadra esattamente nel grande filone di questo tipo di musica, il che è un peccato. Non dubito che se ascolto questo disco mentre guido in autostrada posso abbattere il muro del suono con la macchina, questi ragazzacci spingono molto, ti gasano, ti caricano, ma non si rinnovano. Un gran bell'album, in conclusione, e sicuramente un live che merita. Ma finisce lì, purtroppo, nulla di memorabile. Sono sicuramente un gradino sopra gli altri, tecnicamente e come performance, ma non fanno mai urlare al capolavoro.
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