KEVEL : Mutatis Mutandis
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04/01/2021Miscuglio di sperimentazioni ed estremismi sonori sono la miscela del secondo capitolo discografico dei greci Kevel. Sottofondo sludge lascia intravedere un cupo sguardo black death, con spunti di avanguardismo e progressive a sfumarne le tante sfaccettature. Neurosis, Blut Aus Nord e Mastodon sono le citazioni che tornano alla mente all’ascolto di Mutatis Mutandis, mutazione continua di stati d’animo, dovute ad una condizione umana talvolta vuota di stimoli. Solitudine, introspezione per uno stato d’animo che si piega e scompare al nulla che lo avvolge, chinato ad una realtà da cui vuol sfuggire. Vuote parole, era di mestizia e decadenza morale, così da ricercare negli anfratti della coscienza un rifugio. I brani sono tutti complessi, strutturati con competenza senza mai ripetitive o banali soluzioni, caotica rappresentazione in cui spiritualità e fragilità si intrecciano, immagini convulse, tremolii ed allucinazioni che tutto sommergono con genialità. I Kevel sono una di quelel tante ed interessanti realtà greche, con personalità e passione unite a capacità tecniche ragguardevoli. Ai Kevel manca solo un elemento distintivo, ma per il resto già ad oggi si propongono come solida ed luminosa stella del panorama estremo.
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