HOGZILLA: Hogzilla
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23/10/2020Bel disco a palle fumanti per gli abruzzesi Hogzilla, ormai sciolti da cinque anni e band in cui troviamo, alla batteria, il bassista dei Salmagundi, notevole band di un mix industrial/noise di cui ricordo il disco ‘Life Of Braen’ di circa tre anni fa. Ma qui siamo di fronte a un disco stoner rock che mi riporta alla mente i mostruosi Melvins in una delle loro fasi migliori, cioè quando non eccedevano in sperimentazioni inutili con due accordi distorti, senza uso di batteria e moltiplicati per interminabili minuti! Il disco è ben articolato e vario e presenta nove tracce piuttosto rocciose e violente. Il cantante ha la tipica voce da urlatore pachidermico, proprio come King Bozzo, ma spesso si sfocia nel growl più tipicamente death metal. “Assembled Alive” e “Through The Closed Door” possono anche ricordare i suoni e arrangiamenti di chitarra di Tony Iommi; brano molto duro con rallentamenti acustici che danno un po’ di tregua. “Threshold Of Discomfort” è invece un brano che ho molto apprezzato per la sua ritmica schizoide pazzesca iniziale e per quel suono grezzo e sporco che caratterizza l’intero disco, anche se il brano diventa successivamente più lento. Uno schema simile segue, infine, la strumentale “Touch The Apricot” (vorrei capire se il titolo allude a un disco degli Squallor…). Peccato che la band non esiste più, visto che il disco, registrato nel 2013, esce solo oggi: avrei voluto vederli alla prova di altri dischi, dato che questo è molto interessante.
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