HANGARVAIN: Freaks
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29/04/2016L'esordio 'Best Ride Horse' non lasciava spazio all'immaginazione ed ai giri di parole: classic rock e southern a tutto spiano per un lavoro ben calibrato, ma grondante di sudore e passione. Con il nuovo 'Freaks' i rocker napoletani, pur restando radicalmente fedeli alla religione tramandata dal rock classico, provano a fare un passo in avanti misurandosi con l'epic rock dei Pearl Jam, con lo stridore hard pop stradaiolo degli Aerosmith (la title track, soprattutto nel ritornello, è in Tyler & C. che si rispecchia), ed in genere con l'alternative rock a stelle e strisce. Immutata, quindi, la passione per quanto prodotto nel paese nord americano, gli Hangarvain giocano a carte più scoperte, e l'azzardo in fin dei conti li premia perchè se è vero che qualcosa deve ancora essere migliorata - il punto più debole sono le ballad che certo convincono, ma non trasmettono ancora tutta la passione impiegata per comporle - nel complesso l'album scorre via carico di energia e melodie che trovano degno caronte in Sergio Mosca, cantante blues-rock a più non posso il quale traghetta con grande partecipazione i brani fino alla destinazione finale: nel cuore di chi ascolta. Come al solito, poi, lodevole il lavoro alla chitarra di Alessandro Liccardo il quale inanella riff ed assoli da lacrime e sangue, come anche la sezione ritmica che non perde mai un colpo, compatta e precisa. In 'Freaks' però non mancano neanche le sorprese: sarà una mia personale fissa, ma è vero o meno che il ritornello di "Sliding To Hell" richiama fortemente gli HIM? Segno che sul piano compositivo gli Hangarvain sono in continuo fermento, e che molto probabilmente con il prossimo lavoro, oltre a completare la maturazione artistica, ne ascolteremo davvero delle belle. Ma è ancora tempo di 'Freaks', disco pregno di ottimo rock duro di una band che reclama a ragione un posto al sole nella scena musicale nostrana.
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