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GIRISH & THE CHRONICLES: Hail To The Heroes

data

26/02/2022
85


Genere: Hard Rock
Etichetta: Frontiers Music
Distro:
Anno: 2022

Da dove potrebbe provenire la "New Sensation" dell'hard rock? Dagli USA? No, esageratamente facile! Dalla Scandinavia, patria di Europe e TNT? Macché, fin troppo banale! La sconcertante verità è che i GATC arrivano dall'India, carichi di riff al plutonio e ritmiche votate allo squassamento distruttivo, il tutto speziato da una voce capace di scorticarti l'anima. Partendo proprio dal poderoso cantante Girish Pradhan, sembra di trovarsi di fronte ad un Sebastian Bach dei bei tempi che furono ma ancora più riottoso, capace di ruggire su ogni pezzo come se avesse ingoiato una tigre. Non da meno appare il sodale Suraz Sun alla chitarra, con cui i ricordi corrono al vecchio Mick Mars ed ai sui riff potenti e trascinanti e al solismo veloce e melodico di gente del calibro di George Lynch (il tutto con le dovute proporzioni, ovviamente). Senza dimenticare la sezione ritmica, composta da Yogesh Pradhan al basso (sue anche le parti di tastiera) e Nagen Nags alla batteria, perennemente sparata in volto a volumi oltre i limiti della decenza. Tanti termini di paragone non vogliono, però, alludere al plagio di certe sonorità hard rock, class o hair metal anni 80, visto che lo stesso Girish ammette con fierezza di voler rinverdire i fasti di tutta quella musica che stava fra il Sunset Strip e la NWOBHM, ma, anzi, sottolineare la passione ed efficacia con le quali il combo indico riesce a riportare in auge un certo modo di fare musica, calandola alla perfezione nel nuovo millennio. Proprio una visione musico-centrica spinge i Girish & The Chronicles a non concepire qualsiasi orpello che possa distrarli dalla loro missione ultima, spargere decibel assassini in un'atmosfera satura di lapilli acustici. Già il pezzo di apertura "Primeval Desire" è sufficiente a capire che ci sarà da sudare per arrivare con un filo di aria nei polmoni in fondo a questi 48 minuti di corsa a perdifiato; un riff che sa di illegale ci accoglie alle porte di un monolite di pietra grezza, in cui a far da cicerone troviamo la voce al vetriolo di Girish che ti urla in faccia di entrare in un mondo fatto di rude melodia. Neanche il tempo di riprendersi dall'accoglienza che ecco giungere la doppietta velenosa "Children Of The Night" e "I Am Not The Devil" (che poi risulta duro da credere, a sentire il pezzo in questione...NDA) a far da goloso aperitivo prima dell'ennesima portata principale a titolo "Love's Damnation" dove si rifiata appena un po' grazie ad un ritornello meno virulento, perfino quasi orecchiabile. A posto così? Ma quando mai, visto che siamo giunti solamente ad un terzo del sontuoso banchetto intitolato 'Hail To The Heroes' ed ancora ne dobbiamo sentire delle belle. Perla assoluta del platter, infatti, è la sfarzosa titletrack nella quale il ritmo rallenta a favore di un approccio più ragionato e melodico, ancorché maschio, contribuendo a diversificare la proposta dei "Nostri". Si potrebbero citare anche le varie "Shamans Of Time" dal flavour anni '90 coi suoi tempi dispari, la lunga ed intensa semi-ballad "The Heaven's Crying" o la furibonda bordata finale "Rock N' Roll Fever", featuring il grande Chris Adler. L'album è comunque da godere nel suo insieme per cui non rimane che chiudere con un sentito incitamento: "Andate e Compratene Tutti", io lo farò per certo.

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