FROM THE VASTLAND: Kamarikan
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08/06/2013Ammettiamo di avere una certa simpatia per band che provengono da paesi lontani, e per lontani non intendiamo la distanza geografica, ma quella culturale e sociale, dove fino a qualche anno fa sarebbe stato impensabile solo riuscire a fare musica metal. Ma la musica (ed internet) rompono le barriere, per cui oggi senza neanche troppa incredulità, ci troviamo a parlare del secondo disco in studio del polistrumentista iraniano Sina, mente e factotum della black metal band From The Vastland, che in questo nuovo 'Kamarikan' raggiunge un grande traguardo personale, quello di produrre l’album per un'etichetta norvegese, la sempre attenta Indie Recordings. Il motivo di tanto rispetto è semplice, il buon Sina deve essere cresciuto nutrendosi della scena scandinava dei primi anni 90, riversando con estrema passione l’insegnamento di Mayhem, Dissection e Marduk su tutti, in queste intense sette tracce, dove però non troveremo inni al paganesimo o testi anticristiani, ma liriche incentrate sulla mitologia persiana e sulla filosofia zoroastriana, per secoli la religione più diffusa dell’Asia centrale prima dell’ascesa dell’Islam. Musicalmente parlando le composizioni rispecchiano i canoni delle band sopra citate, quindi parti veloci tiratissime, che aggrediscono senza pietà, come da buona tradizione svedese insomma. Ma i brani, tutti, si arricchiscono di rallentamenti melodici, con arpeggi di chitarra sempre molto oscuri, dove si riesce a percepire il tentativo di portare la musica ad un livello più mistico, che si avvicini ancor di più ai testi. Mettiamo in chiaro che non siamo di fronte ad un capolavoro, ma questa fatica discografica emana passione dal primo all’ultimo minuto, merce rara di questi tempi.
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