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DEATHCRUSH: Collective Brain Infektion

data

15/02/2013
72


Genere: Brutal Death Metal
Etichetta: Casket Music
Distro: Copro Records
Anno: 2013

Il terzetto pubblica il suo debutto a dieci anni dalla formazione, riuscendo a firmare anche un contratto con la Casket/Copro. C'è da dire che almeno secondo una nostra impressione è da quando è uscito 'The Vile Conception' degli Hour Of Penance che il metal estremo in italia, e soprattutto più il settore del brutal death metal, sta rinascendo sotto una nuova luce: con tutti gli album non proprio godibili del caso, ma in linea di massima possiamo ritenerci soddisfatti perchè di anno in anno la qualità e la quantità del brutal death non manca di certo. I Deathcrush potrebbero far parte di quel calderone di band che ad oggi certo non aggiungono nulla che non sia stato già sentito in passato (così come di recente negli ultimi due anni, ad esempio), ma fatto sta che il loro lavoro riesce a convincere comunque. Ogni brano sferza duri colpi giocando di velocità e ritmi forsennati un po' figliastri dei Deeds Of Flesh. Unico momento di "pausa" con la lunga "Devoured" in cui i ragazzi riescono a gestire anche meglio le idee che esprimono in questa loro prima uscita. Nel complesso il sound che scava, graffia incessantemente e stordisce in una fitta linea di caos, favorisce il risultato finale dando maggior spessore a tutto 'Collective Brain Infektion'. L'album comprende anche una nuova versione della titletrack del precedente Ep. Per quanto riguarda gli altri brani, invece, ce ne sono alcuni davvero letali come "Sick Murderous Art" o "Venomous Priest Of Deception" che mostrano il trademark (anche se è presto per parlarne, visto che una loro identità stilistica ce l'hanno, ma ancora non del tutta), che in futuro potrà piacere molto. Non consigliamo nulla, crediamo solo sia il caso che in futuro la band possa avvalersi di un metodo per registrare più all'altezza delle sue composizioni. La grinta e l'ispirazione non mancano, speriamo solo che non finiscano col confondersi troppo con il resto là fuori, e che il fattore geografico (provengono dalla Sardegna) non rappresenti un bastone tra le ruote nel percorso Deathcrush.

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