BLACKWOOD: As The World Roots Away
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18/05/2016Blackwood è il solo project di Eraldo Bernocchi (Obake, Sigillum S, Osso, session man nei live degli Scorn e produttore/collaboratore di decine e decine di altre band), che utilizza strumenti composti da ossa umane per produrre suoni tombali e cavernosi. Creatura aliena ed orripilante proveniente da una delle galassie più remote ed inospitali, si muove lentamente, ma inesorabilmente, generando clangori sinistri ("Sodom By The Sea"). Spazza via tutto ciò che incontra, non mostra pietà alcuna del malcapitato che verrà fagocitato nelle sue fauci con voluttà estrema, trasformando la terra in una landa tetra e seminando ovunque desolazione e morte ("Breaking Gods’ Spine"). Terminata la missione, l’essere si imbarca per il viaggio di ritorno verso il pianeta di provenienza - "Unrecoverable Mistakes" - anzi no, ci ripensa e torna sulla terra dove ha creato il suo regno fatto di devastazione per terminare le ultime forme di vita rimaste. Il panorama che questi suoni evocano è uno scenario di distruzione post-apocalittico; il sole è cupo, il grigiore domina la scena. Drone, tastiere ambient - "Santissima Muerte" - simulano richiami dall’aldilà, chitarre ribassatissime al limite dell’udibile sputano riff industrial doom/sludge in quantità abnormi su giri di batteria minimali e tribali; i campionamenti completano la visione d’insieme. Le volte che il mastermind si avvicina alla forma canzone sembra di ascoltare i Godflesh in chiave doom/sludge - vedi "Vulture" e "Putridarium". Il peggiore dei vostri incubi trasformato in musica e colonna sonora ideale per qualsiasi film horror.
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