AMILY: TO ALL IN GRAVES
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16/01/2013Un andamento orchestrale e mortifero risalta subito alle orecchie una volta fatto partire il disco. E' il debutto di questa band ukraina che si destreggia con darkeggiante armonia tra il death doom anglosassone ed il gothic doom sempre di matrice albionica, enfatizzato a livello drammatico da tastiere che soccorrono i brani nei punti chiave delle loro strutture. Nessuna novità sul piano stilistico, ma grande determinazione sul versante emotivo a tal punto che gli Amily si mostrano fin da subito una band che mira alla sostanza. L'affollato esequie di suggestioni che il genere evoca è attraversato per intero con fervente intensità, impronta che lascia un passaggio evidente soprattutto nelle trame sonore più immediate, aperte e meno opprimenti: da questo punto di vista Paradise Lost e My Dying Bride figurano più distanti rispetto al complesso delle tracce in cui il duo batte maggiormente la strada dello struggimento funesto tanto caro al genere. Ad ogni modo 'To All In Graves' gode di coralità, e nella sua costante ricerca d'equilibrio non perde quasi mai di vista il suo obiettivo, cioè quello di suonare malinconico ed oscuro, pesante e lento, ma con la grazia, l'eleganza e la consapevolezza di chi osserva la morte dal punto di vista romantico del termine.
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