ACACIA: Resurrection
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14/02/2020Storica band siciliana con all'attivo quattro demo ed un full-lenght negli anni novanta, gli Acacia tornano in pista ventitre anni dopo l'ultima pubblicazione e raramente titolo fu più appropriato, ancorchè prevedibile. La mente dietro questo progetto, Martino Lo Cascio, dedito anche alla produzione del lavoro, si è circondato di una band del tutto nuova, per lo più di elementi già noti nella scena. Particolarmente felice appare la scelta del vocalist Gandolfo Ferro, già con i campani Heimdall, che pare nato per rendere al meglio questo lavoro. La release viene presentata come "progressive", ma è opportuno precisare subito che qui non sta in nessuna circostanza a significare mero sfoggio di abilità tecnica. Il lavoro ha al contrario una sua semplicità ed immediatezza, senza per questo essere formulaico o prevedibile. C'è uno spiccato gusto per la melodia, praticamente tutti i brani iniziano in questa ottica, per poi farsi potenti e drammatici, come si addice al genere. Il lavoro delle due chitarre è potente ed elegante ad un tempo, i brani coinvolgenti come pochi. Difficile scegliere in un lotto simile, piu facile indicare quel paio di tracce forse un passo indietro rispetto al lavoro nel suo complesso: "Alone" è una ballad in senso stretto, e "Gone Away" forse un po' troppo ruffiana, ma tutti gli altri brani vi prenderanno e vi conquisteranno: "Light in Shadows", "The Age of Glory" e "Revelation Day" non mi mollano da giorni, e la conclusiva e malinconica "The Man" merita di essere menzionata a parte. Il già citato frontman è la ciliegina sulla torta, capace di portare pezzi già notevoli ancora un poco oltre. Un grande ritorno e un album di primissimo piano.
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