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SEPULTURA

La realtà di Festa Radio Onda D'Urto è da sempre legata a serate musicali di un certo spessore: la proposta annuale di band e musicisti ha sempre spaziato tra i generi più disparati, garantendo un bacino d'utenza variegato e quasi sempre numeroso. La 31esima edizione è stata accompagnata da un caldo quasi insopportabile, ma le accortezze degli organizzatori, punti acqua a mo' di "free refill" e una massiccia distribuzione di bottigliette hanno scongiurato spiacevoli sorprese. La serata in questione (il 18 agosto) ha però un qualcosa di mistico: il triste capitolo del "CamuniaSonora" non è ancora stato dimenticato dai fan rimasti delusi la scorsa estate, e da allora in terra bresciana le occasioni per riscattare il panorama heavy metal sono state veramente ridotte all'osso. Sia chiaro che l'organizzazione di Festa Radio e Camunia Sonora sono legate a personaggi diversi, ma la credibilità di Brescia e provincia sembrava duramente compromessa. Grazie agli dei del metallo (e a Festa Radio), l'annuncio di gennaio con la conferma dei Sepultura è stata una ristorante ventata di aria fresca. Entrando nel vivo del report, segnalo le band di apertura: Speedgoat, Electrocution e Sadist. Purtroppo la serata infrasettimanale non ha permesso a tutti di conciliare impegni lavorativi e di piacere (me compreso), ma dal boato generoso regalato ai Sadist prima della chiusura del loro set, direi che i ragazzi in apertura non si sono risparmiati. Cambio di luci e subito sul palco, i Sepultura fanno la loro entrata. La scaletta prevede un ritmo altissimo già dall' inizio: "Isolation", intro dell'ultimo lavoro in studio è una bellissima sorpresa che impatta fortissimo sul pubblico; "Territory" ci fa tornare alle orecchie le sonorità di 'Chaos A.D.' e scatena definitivamente un pogo accaldato e polveroso. Derrick Green pare un gigante e l'intesa con l'ormai rodata formazione è superlativa. La sezione ritmica è spaventosamente aggressiva: Kisser e Casagrande sono precisi e veloci, mentre il basso di Paulo Jr. si incastra bene creando un tappeto sonoro di tutto rispetto. Lo spettacolo procede a gonfie vele ed è davvero gradevole vedere come una band con un passato molto ingombrante stia cercando di crearsi una nuova propria identità: sicuramente il carisma di Derrick Green è un elemento fondamentale per mantenere un livello sul palco molto elevato, e tra il suo profondo parlato e la disinvoltura con cui porta a spasso i suoi 195 centimetri ipnotizza e strega il pubblico presente. Se il sound dei Sepultura è tra i più riconoscibili al mondo, i nuovi lavori prodotti "post Cavalera" non sfigurano di certo: "Ali" e "Guardians of Earth" trovano un senso nella scaletta, andando a incastrasi tra pezzi più blasonati come "Propaganda" o la brutale "Cut-throat". Per il giro di boa ci vengono letteralmente schiaffate in faccia "Refuse/Resist" e "Arise": ormai il polveroso circle pit ha raggiunto dimensioni ragguardevoli, ma il colpo di grazia ci viene sferrato quando le immancabili "Ratamattha" e "Roots Bloody Roots" concludono lo show. Le aspettative erano altissime: la band brasiliana non faceva visita all'Italia dal 2017, e l'innovazione artistica portata dalla nuova formazione merita sicuramente un ascolto. Una scaletta ben organizzata e suonata con un'energia straripante hanno permesso al pubblico di godersi appieno il combo carioca.

SETLIST
Isolation
Territory
Means to an End
Capital Enslavement
Kairos
Propaganda
Guardians of Earth
Cut-Throat
Dead Embryonic Cells
Ali
Machine Messiah
Infected Voice
Agony of Defeat
Refuse/Resist
Arise
Ratamahatta
Roots Bloody Roots

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