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ROCKIN' VASION FEST 2008 - DAY II

[THE PYTHONS] Dopo il successo della prima parentesi, caratterizzata da tre coinvolgenti formazioni glam, il Rockin' Vasion Festival si appresta ad entrare nel vivo con la seconda e conclusiva serata, la quale sancirà il benvenuto per il ritorno nella nostra penisola degli storici hard-rockers fiamminghi Vengeance. Proprio a questo pro la scelta di assegnare ai lombardi Pythons l'onere di dare il via alle danze di tale importante occasione si è rivelata ben oculata, e questo anche grazie alla positiva carica rock che la formazione milanese riesce sempre a riversare sull'audience al seguito delle proprie uscite live, piacevoli al punto giusto nella loro opera di warm-up generale. Nonostante l'esiguo tempo a disposizione la line-up guidata dal frontman Frank Law è riuscita ancora una volta a destare una buona impressione in relazione agli intriganti brani di propria composizione, gettando nella mischia anche un paio di estratti in anteprima del loro imminente secondo capitolo discografico, e adornando il tutto con l'azzeccata cover della nota "Diggin' The Grave" a firma Faith No More, rivista con personalità grazie al proprio oramai noto marchio di fabbrica. Ancora una volta vivaci ed accomodanti. [HOUSTON!] Nutrivo un particolare interesse per il mio "battesimo" dal vivo di fronte ad un live dei nostrani Houston!, e questo anche a fronte delle notevoli impressioni destate nel debut cd 'Fast In Elegance', un lavoro che aveva messo in mostra la notevole caratura artistica di una formazione di tutto rispetto. Anche nella loro versione on-stage il gruppo italico ha confermato in toto tutte le buone parole spese nei confronti della loro opera in studio, dando vita ad una performance energica, compatta e assolutamente degna di nota, la quale fa da sfondo ad un muro sonoro in grado di ricalcare alla perfezione quello già assaporato nella propria forma in cd. E se tale sbalorditiva operazione ha senza ombra di dubbio messo in risalto la notevole disinvoltura di una band lontana dall'evidente inesperienza tipica dei debuttanti, è anche nell'ottima presenza scenica generale che gli Houston! dimostrano di essere stati in grado curare tutti gli aspetti della loro vincente proposta, rendendosi così autori di un'uscita dal vivo degna in tutto e per tutto di una convincente quanto oramai affermata realtà. [VENGEANCE] Con un ritorno discografico di grande efficacia (l'ottimo 'Back In The Ring' del 2006) ed un nuovo capitolo discografico in imminente uscita, mai occasione migliore sarebbe capitata per assistere ad uno dei devastanti shows dal vivo degli olandesi Vengeance, tornati a distanza di meno di un anno dal loro precedente tour italiano. Quella che ne è fuoriuscita dall'esibizione live degli storici hard-rockers europei è una moneta chiaramente a due facce, rappresentative senza dubbio alcuno alla situazione generale dei Vengeance dei giorni nostri: la prima, prettamente relativa all'esibizione on-stage della band, ha confermato la grande classe musicale di un nome alla base delle sonorità hard-rock del vecchio continente, il quale ha dato dimostrazione di essere tutt'ora in grado di performances musicali di assoluto prim'ordine, incantevoli nel brillare di luce propria sia in relazione alle perle dei giorni d'oro, sia ai brani di estrazione maggiormente recente. Il secondo lato della medaglia è invece tristemente legato alla condizione generale dei vari elementi del gruppo, il quale al momento dell'ingresso sul palco si è dimostrato già palesemente ubriaco almeno per quanto concerne i propri elementi storici (in primis il singer Leon Goewie, in grado di suonare a mo' di chitarra una mega racchetta da tennis trovata chissà dove), dando vita ad una serie di problematiche di varia natura, incluso un continuo scambio di insulti rivolti al proprio povero fonico al seguito (poi scopertosi essere anche il santo tour manager di una formazione di pazzi scalmanati). Una serata di chiaroscuri insomma, la quale si spera possa essere considerata solo una poco felice tappa di un tour destinato a toccare buona parte dell'Europa, questo anche in relazione al grande nome di un gruppo in grado di apporre la propria firma su alcuni dei migliori capitoli dell'hard-rock continentale, e che speriamo possa riprendersi presto per regalarci in futuro uno show sì shockante ma scevro di inutili scenate da vero e proprio baraccone circense. Un po' come l'aranciata amara, alla fine di tutto purtroppo è l'amaro a vincere sul dolce.

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