CELESTE + TIBIA
R C C B: uno dei nuovi club della capitale, quello che ha preso il posto del vecchio INIT (infatti la pagina facebook riporta entrambi i locali), con molta probabilità una vecchia sala biliardi anni '70 di quelle stile Banda della Magliana, opportunamente attrezzata per renderla idonea alla musica, dotata di palco ed amplificazione notevoli. L’onore di aprire la serata (iniziata abbastanza tardi a causa della concomitante partita della roma impegnata in europa league) è toccato ai TIBIA; band romana la quale annovera, tra gli altri, Daniel Casari (Onryo) alla voce. Abbiamo avuto il piacere di vederla in diverse occasioni ed ogni volta ci ha sorpreso per la versatilità con cui ha cambiato genere, come se fossero band diverse a suonare. In questa sede hanno ammorbidito il blackened crust core in favore di un doom sludge meno urticante e più mellifluo. Per chi ama le sorprese.
A mezzanotte, come cenerentola dopo una trasformazione ferina, una delle band più sulla cresta dell'onda, basti pensare alla loro presenza nel bill del prossimo Hellfest. I Celeste sono una band sorprendente; quando credete di averli capiti e lì che vi fottono, perché nonostante li abbiamo visti tre volte, al netto del buio quasi totale e dei raggi infrarossi che partono dalle loro teste, abbiamo assistito a tre performance diverse, disumani la prima volta al 360 gradi di Roma nel 2017, degli autentici demoni devastatori; l'anno dopo a Perugia leggermente meno bestiali pur conservando la forza demolitrice, per l’occasione hanno cambiato strategia di gestione della ferocia; più meditati, più lenti e ponderati, senza togliere un grammo di forza urticante, hanno semplicemente diluito la forza terremotante allungando i tempi di latenza, ma non la potenza ed hanno aggiunto soluzioni industrial, che hanno aumentato il senso di minaccia, al loro belluino blackened postcore. Sovrumani ed inesorabili assassini (come recita il titolo del loro ultimo disco).
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